grillo 191555841 f3e4537e 9cc0 4025 a6d7 483b22afe8fc"Voglio uno Stato con le palle, eliminiamo i sindacati che sono una struttura vecchia come i partiti politici. Non c'è più bisgno dei sindacati. Le aziende devono essere di chi lavora". Lo ha detto Beppe Grillo, a Brindisi per un comizio del suo "tsunami tour" ritrasmesso in diretta sul suo blog. Immediata la replica dei sindacati. "Dopo appoggio a Casa Pound, Grillo propone abolizione sindacato e cancellazione dei suoi 12 mln di iscritti. Obiettivo è sterminio di massa?", scrive su Twitter la Cgil. "Ci mancava solo la proposta per un Italia con gli stivaloni in questa campagna elettorale", dice il segretario della Cisl Raffaele Bonanni.

"Non si capisce francamente, con tutto il rispetto, che tipo di paese e di società ha in testa Beppe Grillo. Visto che lui va reclamando più democrazia, vogliamo ricordargli che senza sindacati non c'è democrazia in un paese libero e civile", aggiunge Bonanni. Luigi Angeletti usa l'arma del sarcasmo: "Siamo d'accordo con Grillo, trasferiamo la proprietà delle imprese ai lavoratori e il sindacato diventerà inutile", afferma il segretario della Uil. Risponde anche il segretario dell'Ugl Giovanni Centrella: "Grillo non propone nulla di nuovo, la sua idea è in realtà vecchia, e come altri partiti  usa il sindacato come capro espiatorio buono per tutte le stagioni e per tutti i problemi, utile a chi è a corto di idee".

Il leader del Movimento 5 Stelle, come sempre, è stato un fiume in piena. Essendo in Puglia, ha dedicato ampio spazio all'Ilva: a Taranto "il problema è grosso e finirà all'italiana". A Riva l'Ilva "l'hanno regalata". Lui "ha preso il boom dell'acciaio", ha intascato 16 miliardi, li ha messi "nei suoi conti all'estero e poi è arrivata la crisi". Quindi Grillo spiega cosa occorre fare ora: "Primo: si prende il signor Riva", gli si chiede dove ha messo i soldi, "si prendono quattro miliardi e si usano per pagare i danni alla salute, alle persone che ha fatto ammalare e all'ambiente". Il secondo fronte della soluzione è la "protezione del mercato interno": "Non possiamo lasciare andar via tutto. Mettiamo un dazio ai cinesi, vaff.... E' quello che fanno gli Stati Uniti. Si protegge l'economia interna. Voglio uno Stato con le palle che dica basta". "Voglio una banca di Stato - continua il fondatore di M5S - il presidente della Repubblica ne diventa il presidente ad honorem e poi fa micro credito alla piccola e media impresa". E ancora: "L'attribuzione del Made in Italy deve andare solo alle aziende che producono in Italia".

Un altro affondo Grillo l'ha sferrato sulle missioni militari all'estero. "Siamo di nuovo in guerra per missioni di pace, io non ho mica dichiarato guerra al Mali, l'articolo 11 della Costituzione non dovrebbe permetterci di fare queste cose, allora perché i francesi bombardano il Mali?". La risposta è, secondo il leader 5 Stelle, nella ricchezza delle risorse del Paese africano, "oro, uranio, manganese". "E io devo stare in società con questa gente? Io voglio decidere con un referendum se dire sì o no, perché le ritorsioni arrivano poi, stanno arrivando ai francesi, arrivano in Libia, magari arrivano degli attentati perché seguiamo questi guerrafondai".

Grillo non ha risparmiato attacchi agli altri leader. A Bersani "Gargamella" che "ha un'aria triste, un colore grigino nei manifesti? Ma quei manifesti chi li paga?". E a Monti "padre Merryl l'esorcista", "venuto a salvare le banche tedesche e francesi". Quindi ha assicurato ai suoi sostenitori che senza il Movimento "qualsiasi governo durerà sette-otto mesi". "Se non andiamo noi al governo - ha detto - c'è il rischio che ci vadano gli estremisti di destra o di sinistra, noi andiamo con una penna a fare la nostra rivoluzione. Noi vogliamo la democrazia non abbiamo idee né di destra né di sinistra ma idee e basta. Adesso andate in giro per tutta la Puglia e spargete il verbo". 

Articolo di Repubblica.it del 18 gennaio 2013

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