Flavio Cattaneo e la moglie Sabrina FerilliHa appena incassato 116 milioni dalla cessione della sua quota in Italo. Ma il manager negli anni ha inanellato una lunga serie di ottimi colpi. Flavio Cattaneo è ancora in cerca di un indirizzo consono al suo status di nouveau riche. L’aveva pure scovato: 600 metri a palazzo Doria-Pamphili, in affitto. Ma niente da fare. Il peso della palestra della moglie, Sabrina Ferilli, era incompatibile con i solai del ’500. Lei, poche idee ma confuse (prima Bersani, poi Grillo, oggi Grasso e domani chissà), non ha voluto mollare gli adorati attrezzi. Così, lui ha dovuto rinunciare al portiere in livrea, che pure gli faceva gonfiare il petto. Ex disc jockey, tapis roulant in un centro un po’ burino ai Parioli, scarpe con nappine e Cohiba d’ordinanza tra i denti, è amico del cuore di Gigi Marzullo, Roberto D’Agostino e Fabio Corsico (lobbista di Caltagirone).

 L’uomo che ha messo alla porta Biagi alla Rai per compiacere Berlusconi, e ha incassato 116 milioni per la sua quota nei treni Italo, è affabile appena più del mostro di Milwaukee. Alla Fiera di Milano aveva imposto a tutti la divisa. A Terna faceva piangere le segretarie. A Ntv ha vietato i capannelli al caffè. Sia chiaro: non è certo un bamba, come dicono dalle sue parti (Rho). In azienda ci sa fare, eccome. Ma è quando si tratta del business personale che diventa un fuoriclasse. A Telecom, cui ha spillato 2,5 milioni di buona entrata, ha mollato dopo 18 mesi con uno chèque da 25 milioni (e il voto contrario dei sindaci).

E in Ntv ha trovato il modo di farsi pagare, oltre allo stipendio, pure una consulenza da 280 mila euro, attraverso la sua Essecieffe, srl con un dipendente. Di lui ha detto, sublime, Franco Bernabè (che non è un viandante, ma l’uomo capace di solcare Tangentopoli come una festa in maschera): «Cosa faceva Cattaneo a Terna? Dev’essere che ogni tanto s’affacciava alla finestra per vedere se i tralicci erano ancora lì».

Aggiornamento del 5 marzo 20018
Non fu Flavio Cattaneo a mettere alla porta Enzo Biagi alla Rai

....................

dall'articolo di  STEFANO LIVADIOTTI  per Espresso del 28 febbraio 2018