Giulio Tremonti e il suicidio dei compagniGiulio Tremonti si candida a diventare il vero ideologo del sovranismo italiano, capace di indicare una terza via alle schegge impazzite del centrodestra divise tra il "populismo" più o meno dichiarato di Matteo Salvini e Giorgia Meloni e l'europeismo che in qualche modo prova a difendere Silvio Berlusconi e i dirigenti di Forza Italia. Nel suo ultimo libro Le tre profezie. Appunti per il futuro, l'ex ministro fa la sua personale benedizione a una nuova forma di sovranismo, che mette insieme i popoli e l'Europa. Tremonti dice chiaro e tondo che la sbornia della globalizzazione è ormai finita: "La talpa - ha detto in un'intervista al Giornale - ha scavato il terreno sotto la cattedrale in cui sono stati posti i simboli dell'età nuova. Non è la fine del mondo - aggiunge Tremonti - ma è la fine di un mondo come ha detto Barack Obama. La globalizzazione continua in termini diversi".

 

Quel che dice oggi, Tremonti in fondo lo sostiene da almeno trent'anni, passati con l'etichetta di eretico nel mondo accademico e politico. Finché i fatti, con il tempo, non gli hanno dato ragione: "Si era formato un blocco di potere accademico e mediatico di assoluta forza - ricorda l'ex ministro -. Quando infine fu disegnata la globalizzazione e quando la sinistra portò nel nuovo tempio i suoi sconfitti Penati. C'era gente che andava a inginocchiarsi nella sala cambi. Ricordo un dibattito dove un importante leader della sinistra mi disseNoi siamo stati legittimati dai mercati finanziari. Questo nel gennaio '95, e poi la sinistra sappiamo che fine ha fatto.

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dall'articolo di liberoquotidiano.it