REPUBBICA FORZA CAPITANA«Scusi, mi dà Repubblica?». «No, non c' è». «È finita?». «No». «È in sciopero?». «No». «E allora?». «Non è in vendita oggi». Carlo Alberto Ruggieri, titolare dell' edicola «Tabaccheria Sant' Andrea» a Bisceglie in Puglia, ieri ha compiuto un gesto senza precedenti: ha fatto obiezione di coscienza contro il titolo «Forza Capitana» del quotidiano la Repubblica che inneggiava a Carola, la comandante della nave Sea Watch 3. E pertanto ha ritirato le copie del giornale e deciso di non venderle. «Non ce l' ho contro quei poveretti a bordo della nave», spiega, «ma contro il modo di raccontare di un giornale che non fa informazione veritiera e incita una persona che ha violato le nostre leggi». A chi parlasse di boicottaggio lui risponde: «Il mio vuole essere un segnale forte affinché ci sia un' informazione neutrale che la smetta di creare un clima di odio. In fondo il mio è un appello a salvare le edicole: se la stampa torna a essere credibile, anche i giornali tornano a vendere». L' edicolante pugliese dice di voler andare avanti nella sua campagna: «Nel caso Repubblica o altri quotidiani facessero ancora titoli simili, continuerei a non venderli». E non esclude che altri edicolanti in paese e non solo lo seguano: «Se lo facessero, sarebbe un' azione intelligente. Sia i redattori dei giornali che i lettori inizierebbero a farsi delle domande». A detta dell' edicolante, sarebbe una sorta di filtro preventivo contro le fake news, simile a quello di Facebook che segnala le notizie false sul social. «Fatte le debite proporzioni, la logica è la stessa», ammette.

Anche se questo rischia di essere un precedente molto scivoloso: da domani qualsiasi edicolante che non condivida la linea editoriale o il titolo di un giornale potrebbe fare disobbedienza civile e smettere di venderlo in modo arbitrario. «Ma il punto», prova a spiegare lui, «non è accanirsi contro Repubblica o un altro quotidiano in base alle proprie idee. È piuttosto chiedere ai giornali di offrirci un' informazione attendibile. E poi un conto è fare titoli provocatori, altro è inneggiare a una persona che se n' è fregata delle nostre leggi».

Articolo di Gianluca Veneziani per liberoquotidiano.it