sala gay pride milano ansaFatta la giunta con sei assessori della precedente, ci si chiede cosa significhi l’atto di battezzare la “casa dell’antiomofobia” e insieme proseguire con la moschea di Pisapia. Sbaglio o questa è la giunta Renzi-Pisapia armonizzata con il controllore di legalità Gherardo Colombo e intestata a Sala detto Beppe per mera formalità di astensionismo di chi non doveva astenersi (per esempio, quante bravi cattolici hanno lasciato solo il povero Massimo Gandolfini nell’appello a guardare bene nei programmi e, come volevasi dimostrare con il gay pride, a riconoscere che Parisi non era per niente uguale al suo avversario?)?

Il quale Sala, per altro, pare essersi tenuto le deleghe che gli permetteranno di mettere il naso anche nello smantellamento di Expo. Al quale smantellamento, per altro, giusto alla vigilia del ballottaggio, Renzi ha nominato Gianni Confalonieri. Uomo di fiducia dell’ex sindaco. E così il cerchio si chiude. O come dicono i rumors di Palazzo Chigi, si chiuderà con il “sì” di Pisapia al referendum in cambio di una poltrona da sottosegretario alla Giustizia. E poi dice che Renzi non ha smosso mari e monti per favorire l’astensionismo attivo a Milano. Prima con le due date impiccate. Poi, visto che Parisi funzionava, chiudendo l’accordo con il prode Giuliano. Infine promettendo a qualche cattolico la giusta mercede al giusto momento.

Ora, nel frattempo che si sono persi per strada la copertina di Linus, il consiglio internazionale della Bonino e tutti gli altri bei nomi alla Celentano della propaganda dell’ultima settimana, finiti a tarallucci e Majorino come la promessa radicale di proseguire la scortese campagna di ricorsi sul Sala ineleggibile (ci ha pensato l’assessorato Lipparini a pacificare Cappato?), succede che a Roma il Papa dice che la Chiesa deve chiedere scusa ai gay. Per la precisione, dice il Papa ai giornalisti curiosi di sapere se ha ragione il cardinale Marx a dire che la Chiesa deve chiedere scusa alla comunità gay, «io credo che non solo deve chiedere scusa a queste persone che ha offeso, ma ai poveri, alle donne e ai bambini sfruttati, di aver benedetto tante armi». Seguono attimi di discreto panico perché a un certo punto, si capisce, il povero cristiano si domanda: ma se la Chiesa ha fatto così tanti danni all’umanità, perché il capo non tira giù la claire? Che poi no, precisa il capo dopo che è sembrata lì lì per essere avviata alla rottamazione, «la Chiesa è santa e i peccatori siamo noi, io per primo, siamo noi cristiani a dover chiedere scusa e perdono non solo su questo».

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dall'articolo di tempi.it