docenti indagati in tutta Italia per concorsi universitari truccatiCoinvolti professori delle Università di Bologna, Cagliari, Catania, Catanzaro, Chieti-Pescara, Firenze, Messina, Milano, Napoli, Padova, Roma, Trieste, Venezia e Verona. Sono 60 i professori indagati - delle Università di Bologna, Cagliari, Catania, Catanzaro, Chieti-Pescara, Firenze, Messina, Milano, Napoli, Padova, Roma, Trieste, Venezia e Verona - nell'operazione della Digos di Catania denominata Università Bandita. L'inchiesta - nell'ambito della quale 9 professori dell'università di Catania con posizione apicale, e il rettore Francesco Basile, sono stati sospesi con procedimento di interdizione dai pubblici uffici - ipotizza i reati di associazione a delinquere, corruzione, turbativa d'asta ed altro.

 Sarebbe stata accertata l'esistenza di 27 concorsi truccati: 17 per professore ordinario, 4 per professore associato, 6 per ricercatore. Scattate decine di perquisizioni. Ulteriori particolari nella conferenza stampa convocata alle ore 10 alle procura di Catania.

Un codice sommerso e un sistema sanzionatorio, in grado di pilotare concorsi e bandi. Una "associazione a delinquere", "con a capo il rettore dell'università di Catania ed il suo predecessore", rispettivamente Francesco Basile e Giacomo Pignataro, "finalizzata a commettere un numero indeterminato di reati". E che coinvolgeva docenti di 14 atenei italiani.

Dieci professori sospesi a Catania, fra cui un rettore e un ex rettore, quaranta complessivamente gli indagati e decine le perquisizioni. La procura etnea ha disposto per nove professori dell'università cittadina con posizione apicale, e per il rettore Francesco Basile, la sospensione con procedimento di interdizione dai pubblici uffici, tutti ritenuti responsabili di associazione a delinquere nonché, a vario titolo, di corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio, corruzione per l'esercizio della funzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, falsità ideologica e materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, abuso d'ufficio e truffa aggravata.

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dall'articolo di  per agi.it del 28 giugno 2019,