feltri circoIl circo equestre può piacere o no, ma è un fatto che esso è teatro di tragedie per uomini e animali che ci lavorano. A Triggiano, nel barese, l' ultimo episodio raggelante. Un domatore di Marina Orfei, tale Ettore Weber, 61 anni, è stato aggredito e ucciso da quattro tigri irritate dalle prove a cui l'uomo le sottoponeva allo scopo di allestire uno spettacolo degno della tradizione circense. I felini, tutti di grandi dimensioni, si sono ribellati davanti agli esercizi ad essi imposti, e uno per volta si sono accaniti sull'esperto educatore di belve. Succede, perché anche le tigri nel loro piccolo si incazzano e talvolta reagiscono in modo brutale. Il povero Weber è stato ridotto a brandelli e i suoi soccorritori non sono stati in grado di placare la furia degli animali che pertanto si sono resi protagonisti di uno scempio orrendo. Il domatore in questione non è l'unico negli ultimi tempi ad essere stato massacrato durante il proprio ingrato lavoro, quello di umanizzare e addomesticare fiere feroci per definizione.

 

Abbastanza recentemente, in Ucraina, l'egiziano Hamada, 32 anni, è stato attaccato e dilaniato da un leone. Nonostante ciò egli si è salvato e ha dichiarato che il re della foresta e i suoi eredi sono per lui come figli. Mi permetterei di far notare a costui che io non ho mai costretto i miei bambini a stare chiusi in gabbia, e se lo avessi fatto non mi sarei stupito se avessero tentato di farmi a pezzi. Avrebbero avuto ragione.

La libertà è un bene che non vale solo per i bipedi bensì pure per quadrupedi di varie specie, cavalli, zebre, cani eccetera. Lasciamoli in pace e non si ribelleranno a noi con irruenza. La sopravvivenza dei circhi non ha senso se non quello di umiliare e infastidire tante creature degne di rispetto se non di amore.

Esse non vanno segregate, benché riescano a divertire un pubblico di beoti amanti del brivido e tesi a bearsi nel constatare la sottomissione di poveri esseri viventi alla crudeltà di noi cristiani da diporto. Certi show sono la dimostrazione che i nostri simili sono persone abiette, meritevoli di scomparire.

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dall'artiolo di feltri per liberoquotidiano.it