Giorgio de chirico 1910 enigma di un pomeriggio dautunnoCon l’introversa e solitaria figura di Giorgio de Chirico, anche la pittura metafisica anticipò un distacco dalle altre tendenze della sua epoca, percorrendo una strada originale che non aveva però nulla in comune con Futurismo, Espressionismo o Cubismo.  A causa della sua chiara figuratività, la pittura metafisica, sembra immune da qualsiasi rinnovamento del linguaggio pittorico tradizionale, tanto che da alcuni studiosi essa è stata tenuta fuori dalle avanguardie, sebbene la sua lezione abbia fornito importanti elementi per la nascita dell’ultima avanguardia storica: il Surrealismo. Non a caso Alberto Savinio, fratello di de Chirico e teorico della Metafisica, dichiarò con orgoglio e con consapevolezza che André Breton, il maestro del Surrealismo, avesse asserito che i fratelli de Chirico erano i padri della rivoluzione artistica non solo metafisica del Novecento[1]

Giorgio de Chirico iniziò a dipingere metafisicamente già nel 1909, lo stesso anno in cui era nato il Futurismo rispetto al quale però la Metafisica si colloca in posizione diametralmente opposta. Mentre nel Futurismo tutto è dinamico, energico e veloce, nella Metafisica tutto è statico e immobile e, non solo manca la velocità, ma tutto sembra solidificato in un attimo senza tempo, dove oggetti e spazi si cristallizzano per sempre. Mentre il Futurismo è roboante e l’arte è un grido forte e possente, la Metafisica invece è muta e il silenzio più assoluto predomina sempre. Mentre il Futurismo vuole rinnovare radicalmente il linguaggio pittorico, la Metafisica si affida invece agli strumenti più tradizionali della pittura: la prospettiva e il chiaroscuro.

In tal senso sembrerebbe che la Metafisica sia solo un movimento di retroguardia fermo a posizioni accademiche. Invece no. Essa riesce a trasmettere messaggi totalmente nuovi, la cui carica di suggestione è immediata e, come dichiarava Breton, evidente.

Le atmosfere suggerite dalla pittura di de Chirico, magiche ed enigmatiche, colpiscono proprio per la loro apparente semplicità e le sue immagini rivelano una realtà che solo in apparenza assomiglia a quella che noi percepiamo con la nostra esperienza sensibile: la luce è irreale e colora gli oggetti e il cielo di colori innaturali, la prospettiva, che sembrava costruire uno spazio geometricamente credibile, è invece spesso volutamente alterata, cosicché lo spazio acquista un aspetto sconosciuto. In questo consiste la grande rivoluzione di de Chirico: pensa un’immagine che, pur rispettando l’integrità della figura e la precisione della forma, colloca quella figura e quella forma in un’atmosfera sospesa, stupita, bloccata dal tempo.

Tutta la rivoluzione metafisica cominciò in un pomeriggio d'autunno del 1909, quando agli occhi di de Chirico si svelò un mondo nuovo in piazza Santa Croce a Firenze e lo rese concreto nel quadro Enigma di un pomeriggio d'autunno del 1910. L’artista trasformò la veduta in una visione e il visionario in un veggente.

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dall'articolo di salottoculturalestabia.blogspot.com