vasco rossi negramaro sconfitti sanremoLa classifica del Festival della Canzone Italiana è quanto di meno rappresentativo ci possa essere dello stato della musica italiana, o almeno è stato così fino a qualche anno fa, prima che la kermesse tornasse a fare boom di ascolti e a riversare questo successo nella top10 Fimi dei mesi successivi. Di sicuro ce ne sono stati tanti di cantanti che sono arrivati ultimi a Sanremo ma primi in classifica, o perlomeno che hanno avuto una carriera duratura e in alcuni casi costellata di record, come quella di Vasco Rossi, pur essendo stati sonoramente bocciati all’Ariston. Vuoi per i sistemi di voto macchinosi, per il televoto viziato dalle mode del momento o per le polemiche che inevitabilmente condizionano ogni edizione, tanti indiscutibili talenti si sono ritrovati, spesso ma non solo agli esordi di carriera, relegati nelle retrovie delle classifiche del Festival: in alcuni casi, a seconda del regolamento vigente, non sono stati nemmeno ammessi alla gara finale vera e propria, magari vinta da emeriti sconosciuti che sarebbero durati come un gatto in tangenziale al successivo confronto col mercato discografico. 

Ecco una carrellata di artisti che abbiamo imparato ad amare ma che di Sanremo non avranno certo un ricordo affettuoso. O forse sì, perché in fondo meglio prendere una sconfitta con filosofia, soprattutto se è seguita da un successo vero al di là della bolla sanremese.

Vasco Rossi
Il più celebre dei “perdenti” al Festival è anche il più grande della scena rock italiana, coi suoi quarant’anni di carriera e il record mondiale di 225mila persone riunite a Modena per celebrarne il traguardo. Dopo aver esordito nel 1982 con Vado al massimo, nel 1983 Vasco con Vita spericolata si classifica penultimo, ma da quel momento la sua carriera decolla grazie alla consacrazione che arriva dalle classifiche.

Zucchero
Il bluesman italiano più famoso al mondo non convinse il pubblico e le giurie dell’Ariston nel 1985 con Donne, che sarebbe diventato un classico del suo repertorio. Come Vasco, anche lui si classifica al penultimo posto ma vede il suo pezzo imporsi nell’airplay subito dopo il Festival.

Negramaro
Altro caso eclatante, la band di Giuliano Sangiorgi presentò Mentre tutto al Festival di Sanremo del 2005 nella sezione Giovani, ma venne eliminata prima di arrivare alla fase finale. La canzone, oltre a vincere il Premio della Sala Stampa Radio & TV ed essere scelta come colonna sonora del film La febbre di Alessandro D’Alatri li consacrò definitivamente come una delle realtà più solide della scena pop-rock italiana. Sono stati ospiti della terza serata del Festival di Sanremo dello scorso anno, per la 68esima edizione: “Non c’è astio, quello per Sanremo è un Amore che torna” ha dichiarato in quell’occasione Sangiorgi ricordando la sconfitta e citando l’ultimo album.

Modà
Nello stesso anno dei Negramaro vennero esclusi anche i Modà con Riesci a innamorarmi, che avrebbe anticipato l’ascesa alla ribalta nazionale per il gruppo con l’album Viva i romantici. Il ritorno al Festival nel 2011 con il brano Arriverà, in duetto con Emma Marrone, gli avrebbe riservato il secondo posto.

Ron
Un Big della musica italiana, che il Festival l’ha anche vinto nel 1996 con Vorrei incontrarti fra cent’anni, è ultimo nell’edizione del 2014 con Sing in the rain e viene eliminato prima della finale con tante polemiche nell’edizione 2017 con L’ottava meraviglia.

Max Pezzali
Il mio secondo tempo, in gara al Festival di Sanremo 2011 col ritorno di Pezzali al Festival da solista a sedici anni dalla precedente esibizione con gli 883 non raggiunge la finale ma diventa disco d’oro poco dopo.

Afterhours
Agnelli e soci non entrano in classifica nel 2009 con il brano Il paese è reale, ma d’altronde il palco di Sanremo è quanto di meno congeniale allo stile del gruppo.

Stadio
Hanno vinto nel 2016 con la canzone Un giorno mi dirai, ma la storia degli Stadio a Sanremo è tutt’altro che costellata di successi: nel 1984 Allo stadio si classifica ultima, così come Canzoni allo stadio due anni dopo. Lo zaino, scritta da Vasco Rossi, arriva quinta a Sanremo nel 1999, mentre Guardami è solo tredicesima classificata nel 2007.

Francesco Renga
Tra i veterani del Festival e in gara anche in quest’edizione 2019, il cantautore bresciano arrivò ultimo nel 2002 con i Timoria, presentando il brano Casa mia che venne criticato per l’intro troppo somigliante a The Show Must Go On dei Pink Floyd.

Bluvertigo
Morgan ci tiene molto a ricordare di essere arrivato sempre ultimo a Sanremo con la sua band, anche con una canzone poi apprezzatissima come L’assenzio presentata nel 2001.

Carmen Consoli
Giovanissima, nel 1997 la “cantantessa” non si classificò in finale con la canzone Confusa e felice, che pure la fece conoscere al grande pubblico e sarebbe diventata la sua canzone più nota.

Patty Pravo
Otto volte in finale su dieci partecipazioni compresa quella di quest’anno, la veterana del Festival Patty Pravo arrivò ultima nel 1995 con I giorni dell’armonia.

Franco Califano
Anche il Califfo ha sperimentato l’ebrezza di essere ultimo in classifica a Sanremo, nel 1994 con Napoli, e nel 2005 con Non escludo il ritorno non si è nemmeno classificato, nonostante abbia firmato testi capaci invece di portare a casa il Leone d’Oro, come Un grande amore e niente più di Peppino di Capri, o di restare nella storia della kermesse come La nevicata del ’56 di Mia Martini.

Domenico Modugno
Perfino uno storico pilastro del Festival si è ritrovato ultimo in classifica: a Modugno è successo nell’edizione del 1972 con la canzone Un calcio alla città.

Luigi Tenco
Il duetto di Luigi Tenco e Dalida nel 1967 in Ciao amore ciao non servì a far classificare il brano nell’edizione del 1966, che poi fu segnata dalla misteriosa morte del cantautore, ancora oggi classificata come suicidio ma con mille dubbi sulla dinamica dei fatti. Il brano, anche in conseguenza della drammatica fine di Tenco, sarebbe diventato una pietra miliare della musica italiana.

Adriano Celentano
Incredibile a dirsi, ma Il ragazzo della via Gluck, divento un classico della musica d’autore italiana nonché brano manifesto di Celentano, non è nemmeno entrato in classifica nell’edizione del 1966.

Bobby Solo
Nel 1964 Una lacrima sul viso arrivò ultima ma divenne un grande successo discografico capace di vendere un milione e mezzo di copie nei primi due mesi dal Festival.

 articolo di optimagazine.com