La risposta alla prima domanda è che ogni gruppo politico si è costruito il suo recinto in cui far entrare le pecore. E così la destra accusa la sinistra di non avere a cuore la sicurezza degli italiani o di esagerare con la pressione fiscale e tartassare la libera imprenditoria, mentre la sinistra accusa la destra di politiche eccessivamente nazionaliste e portatrici di disuguaglianza sociale.

 

È incredibilmente banale sostenere che la verità sta nel mezzo, eppure sembra davvero complicato riconoscerlo. Io sono sempre stato di centro e lo sono adesso più che mai. Su molti aspetti sono di destra (perchè sono “conservatore") ma riconosco alla sinistra una maggiore lungimiranza e, su alcuni temi, un'etica altruista che gli altri non hanno. Ma non sopporto chi si ritiene superiore a persone con idee diverse, al punto da offendere, associando ad una visione politica un sentimento d'odio che nella maggior parte dei casi non esiste.

“Prima gli italiani" non vuol dire niente. Potrei dire “prima i ricchi" o “prima i poveri", “prima gli sposati" o “prima i single", “prima gli imprenditori" o “prima gli operai", “prima gli individui" o “prima le famiglie". Si tratta di indicazioni circa la priorità che un certo partito vuole dare ad una certa classe di persone, non una classifica della dignità delle persone in sè.

Questa frase, in sè, non è xenofoba, forse è populista, ma non più di motti di sinistra come “prima gli operai!”.

Ciò detto, alcune frasi, ripetute in particolari contesti e con certi toni, indubbiamente possono facilitare l'instaurarsi di sentimenti di odio verso gli stranieri (la maggior parte dei quali provengono, per inciso, da Paesi impoveritisi a causa del colonialismo occidentale, è bene ricordarlo).

Probabilmente però, anche una accoglienza senza progetti per il futuro, senza controlli, che ha portato spesso a paradossi legislativi per i quali gli italiani si sono trovati a dover invidiare gli stranieri, ha contribuito a questo diffuso sentimento che alcune forze politiche hanno saputo poi cavalcare. Senza contare l’inutilità a livello planetario di una pensione sociale data a quei pochi fortunati (e spesso più benestanti di altri) che riescono a raggiungere l'Italia. Un bel modo per sentirsi “a posto con la coscienza" lasciando altri milioni di persone a sopravvivere a stento in Africa, aiutati solo dalle missioni.

di Giuseppe Fortuna per it.quora.com