Gabriella Buontempo e Italo BocchinoFino al 15 marzo a Mara scriveva tutto lui, poi mi diceva: guarda che cosa le faccio dire. Secondo me quello che dice la Began è tutto vero. Ma lui è stato ingenuo e machista.  «Per me è stata una grandissima storia d'amore. Ma devo ammetterlo: non lo riconosco più». Il sashimi di tonno arriva su un vassoio giallo. Gabriella Buontempo con le bacchette ne afferra un pezzo, lo fissa come un oggetto sconosciuto e sussurra: «Mi crede se le dico che ho tentato di tutto per salvare questo matrimonio? Ma i fatti mi dicono che troncare è stata la cosa migliore».  I «fatti», come li chiama lei, sono le notizie apparse sui giornali quest'estate. Protagonista il suo ex marito, il vicepresidente fli Italo Bocchino, in compagnia di amiche bionde o brune. Fino al paparazzato gossip: quel weekend a Ravello del «nemico» politico del premier con Sabina Began, nota come «l'Ape regina» di Silvio Berlusconi, e animatrice delle feste di Arcore.

Ne è nato un caso dai tratti imbarazzanti. Che ha spinto Gabriella Buontempo, 45 anni, figlia di un'importante famiglia di socialisti napoletani, a decidere a fatica di parlare. Per un solo motivo: «Ho due bambine, e non posso permettere che pensino che questo è il modello femminile di riferimento. Devo tutelare la dignità di Antonia ed Eugenia».


Che cosa l'ha infastidita, quest'estate? 
«Gli lascio le bambine, che vogliono stare con lui, padre splendido. E lui che fa? Si porta una signora bionda nella nostra casa di Panarea o sulla barca. Assurdo».

Poi c'è stato l'«affaire» Began. Bocchino ha parlato di «una trappola», di una «macchina del fango». 
«Non credo. Credo invece sia tutto vero, come dice lei. Vero che lui le ha chiesto il numero di telefono, vero che l'ha invitata, vero che sono andati a Ravello con l'auto blu...».

Un'imprudenza. 
«A volte gli uomini fanno cose... irragionevoli. Queste di Italo mi sembrano robe da psicoanalisi. Soffre della dinamica dell'abbandono. Per lui è inconcepibile che io abbia chiuso la nostra storia. E poi soffre di cretinismo da separazione: colpisce anche gli uomini più intelligenti». 

La polemica tra il suo ex marito e la Began è stata feroce. 
«Italo ha peccato di grande ingenuità. Ma lei si è dimostrata una ricattatrice. Mi fa tristezza che gli uomini, non solo mio marito, si lascino irretire da oche del genere». 

Questa vicenda secondo lei ha danneggiato politicamente Bocchino e Fli? Qualcuno parla di manie di protagonismo. 
«Spero che Fini, che stimo, riporti Fli sulla strada iniziale. E confido che anche Italo si svegli da questa ubriacatura. Sa, queste donnine ti minano e ti fanno sentire onnipotente».

Il sito Dagospia ha scritto: Bocchino soffre di complesso di Edipo verso Berlusconi. 
«Italo è stato solo ingenuo e machista».

Lei oggi sta facendo un po' come Veronica Lario, che a suo tempo mandò un messaggio ai giornali. 
«Sì, mi sento molto vicina alla sua situazione. Perché la sbandata per una migliore di te la accetti. Però se vieni tradita con una che, per stessa ammissione di tuo marito, è una nullità, beh, è dura. Si può tradire con rispetto. Invece lui mi ha messo in bocca a tutti».

E quest'estate? 
«Ma no, quest'estate mi sono infuriata solo per le mie figlie. Non parlerei di dolore. Quello c'è stato quando ho scoperto che mi tradiva con Mara Carfagna. Quante bugie mi diceva. Ma il problema non è lei. Il problema è lui. Perché lei, poverina, è quello che è. Infatti dal 15 marzo è scomparsa. Non sa che dire: le scriveva tutto Italo. Non sa parlare in italiano. Usare soggetto verbo e predicato».

Cosa gli piaceva della Carfagna? 
«Intanto è piaciuta a tanti... Ha una bella presenza. Ci sono persone con cui trascorri una sera, fai quello che devi fare... Italo la usava come un giocattolo. Me lo diceva lui: guarda cosa le faccio dire. Mi ha mandato decine di lettere in cui mi dichiarava che per lui, lei non contava nulla. Ci siamo scontrati tutti i giorni, per tre anni. Ho resistito. Ma poi quando alle Regionali lui le ha portato tutti quei voti, e lei ha dichiarato di essere un soggetto politico, beh, l'ho trovato mostruoso, proprio come donna. Mi sono incazzata, pur non essendo mai stata femminista. Tra l'altro Italo ha continuato a tradirmi non solo con la Carfagna ma anche con altre che non mi dicono per carità cristiana. Anche se io ho intuito».

Il vostro matrimonio, nel '95, fece scalpore. Lui 27enne di destra, pupillo di Tatarella. Lei 28enne socialista, già appassionata di cinema. Che rapporto è stato? 
«Fu un colpo di fulmine. Siamo andati a vivere insieme dopo due settimane. Ma se lei mi chiede se con me è stato rispettoso... Ho subìto ripetuti tradimenti, ai quali ho sempre cercato di reagire pensando alla famiglia. È stata una sofferenza lunghissima. Poi mi sono arresa all'evidenza». 

E le bambine come l'hanno presa? 
«Stiamo cercando di limitare i traumi. Anche se leggo nei loro occhi, soprattutto della più grande, molto dolore. Alla fine della vacanza col padre mi ha detto: mamma, siamo sopravvissute. E poi, quando le abbiamo comunicato che ci separavamo, ha commentato: almeno non ti vedrò più piangere di nascosto. Ho capito che avevo fatto la cosa giusta. Adesso, almeno, hanno una mamma serena. Ci chiamiamo i tre moschettieri». 

È stato un processo faticoso, dunque. 
«Faticosissimo. Anche perché Italo ha sempre sostenuto che il mio dovere era sopportare, così come le nostre nonne e le nostre mamme avevano sempre incassato il tradimento in nome dell'unità familiare. Lo ammetto: ho vissuto a lungo in soggezione psicologica, come tante donne. E infatti la mia separazione è stata interpretata da molte come un gesto di grande coraggio. Non sta mai bene se una donna rompe un matrimonio. Sa chi ha tentato di far da paciere? Roberto D'Agostino. Con lui mi sono incavolata quando voleva strumentalizzare il mio dolore per la Carfagna, ma un giorno mi spiegò: tu devi capirlo, Italo. È sempre stato il pupillo di Tatarella e il marito di Gabriella Buontempo, nipote di Graziella Lonardi (mecenate e animatrice della Capri radical chic, scomparsa a dicembre, ndr ) e figlia di Eugenio. Lasciagli vivere il suo momento di gloria». 

E lei come rispose? 
«Mi arrabbiai. Perché il problema non è solo la Carfagna, ma il messaggio che si manda con quelle deputate elette solo perché carine, frequentatrici di feste o perché hanno concesso dei favori. Questo velinismo machista l'ho sempre contestato».

Anche Bocchino, però 
«Alt, lui solo da poco. E prima dov'era? Militava in quel partito: non ricordo sue prese di posizione. Quando Veronica Lario è esplosa fui l'unica a darle ragione. Lui la criticò».

Le manca suo marito? 
«Sinceramente no. Si è chiusa una storia. E io mi sento finalmente libera. Anche dai suoi condizionamenti. Lui è un po' egocentrico. Che so, quando stava scrivendo il suo ultimo libro, a Panarea, spesso voleva silenzio e mi diceva: sto scrivendo il testo della mia vita. Oppure un'altra sua frase classica, quando litigavamo, era: così danneggi la collettività. Io sono un protagonista politico, lo capisci? Oggi mi dice che non troverò mai più nessuno come lui».

E lei? 
«Vado a correre, esco con gli amici, mi occupo della mia casa di produzione (sta per uscire lo sceneggiato su Anita Garibaldi, prodotto per la Rai, ndr ), della fondazione dedicata a mia zia Graziella. Ma soprattutto penso alle nostre due bellissime figlie. E mi dico ogni giorno: sono rinata».

 

di Angela Frenda per corriere.it