Per i suoi fedelissimi, non era questo il momento dell'addio e il suo progetto - forse “Cresciamo insieme” - nasce quindi prematuro, senza un consenso certo e privo - almeno per ora - di adesioni di peso. Ma con lui potrebbe confluire l'ex ministra delle Pari opportunità. Un salto nel vuoto senza rete di protezione. Così in molti, nel centrodestra e non solo, descrivono la mossa con cui Giovanni Toti ha rovesciato il tavolo uscendo, di fatto, da Forza Italia dopo mesi da separato in casa. Soprattutto perché – i suoi fedelissimi lo confermano – non era questo il momento pensato per l’addio: le polemiche dei giorni scorsi servivano a preparare le dimissioni dal ruolo di coordinatore, per poi giocare il ruolo del dissidente interno al partito ancora per qualche mese, lavorando, nel frattempo, ad un nuovo soggetto elettorale.

Piano impedito dalle contromosse di Silvio Berlusconi, che in poche ore ha messo all’angolo l’ex consigliere politico: prima lanciando il progetto “Altra Italia” rivolto alla galassia di centro, il contrario dell’intesa con Salvini e Meloni propugnata da Toti; e poi, nel pomeriggio di venerdì, “licenziandolo” da coordinatore attraverso una nota stampa, senza nemmeno aspettare la fine della riunione in cui dovevano formalizzarsi le dimissioni. Così l’ex volto di Mediaset si è trovato costretto a rilanciare, anche mediaticamente, sbattendo la porta: “Ognuno per conto suo, buona fortuna a tutti”, ha detto ai giornalisti all’uscita della sede di San Lorenzo in Lucina. E c’è già chi vede Toti destinato al dimenticatoio politico, insieme agli altri due ex delfini che negli anni passati hanno sfidato il Cavaliere: Gianfranco Fini e Angelino Alfano, che pure se ne andarono portando con sé numeri – e nomi – ben più importanti. Non è detto che vada così, anche se c’è ancora molta incertezza su chi davvero sarebbe disposto a seguire Toti in questa nuova esperienza.