kennedy famigliaPotere, bellezza e ricchezza: sono questi i sostantivi che vengono in mente quando si pensa alla famiglia Kennedy. Un vero e proprio clan che ha ricoperto le più alte cariche istituzionali degli Stati Uniti, la cui influenza va dalla politica alla finanza. Eppure è impossibile parlare dei Kennedy senza citare la maledizione che, leggenda vuole, ha stroncato le ultime tre generazioni. La famiglia Kennedy: potere e segreti. C’è sempre stato un Kennedy con una carica federale, dal 1947 e quasi ininterrottamente fino ad oggi. Il patriarca, Joseph P. ‘Joe’ Kennedy Sr., aveva programmato per i figli maschi una carriera politica ai massimi livelli, che non poteva mettere a rischio per nessuna ragione.   John F., Ted e Bobby Kennedy erano destinati all’olimpo della politica americana. Questo progetto paterno ha condizionato più di 30 anni di politica nazionale americana. E il destino di una famiglia. I figli di Joe e Rose Kennedy sono nove: Joseph Patrick Jr., John Fitzgerald, Rosemary, Kathleen Agnes, Eunice Mary, Patricia, Robert ‘Bob’, Jean e Edward.

 

Rosemary: nascosta e lobotomizzata

La prima a soccombere alle ambizioni familiari è stata Rosemary, sorella minore del Presidente. La prima delle figlie femmine di Joe e Rose Kennedy era affetta da un ritardo dello sviluppo, forse dislessia, dovuto a problemi durante il parto.

La giovane, nata nel 1918, riusciva comunque a condurre una vita più o meno normale, anzi, era bella e socievole. Durante il soggiorno in Gran Bretagna, dove il padre era stato nominato ambasciatore, Rosemary ha iniziato a condurre una vita sociale molto disinvolta.

Il ritorno negli Stati Uniti per lei segnò un crollo: la sua condotta peggiorava e, secondo Meryl Gordon, che ha recensito la biografia Rosemary: The Hidden Kennedy Daughter, il timore che “gli uomini potessero approfittarsi sessualmente di lei” portò il padre a prendere provvedimenti drastici. L’onta di una condotta ritenuta inaccettabile per le donne all’epoca avrebbe potuto distruggere i sogni presidenziali dei Kennedy.

Joe Kennedy, nel 1941, decise quindi di condurre la figlia all’ospedale della George Washington University e di sottoporla a lobotomia.

Una vita distrutta

Rosemary non sarà mai più la stessa. La lobotomia la lasciò in uno stato vegetativo, la rese incontinente, le fece perdere l’uso del braccio. La ragazza perse quasi completamente la capacità di esprimersi e trascorse il resto della sua vita su una sedia a rotelle in una clinica cattolica in Wisconsin, dove venne internata. Il resto della famiglia preferì rimuoverla dalla propria vita. Il padre non andò mai a trovarla, e la madre riuscì a riavvicinarsi solo negli anni Settanta a quella figlia rovinata.

Dei fratelli, l’unica a farle regolarmente visita è stata Eunice Kennedy Shriver. La Shriver si è dedicata, nel corso della sua vita, a promuovere associazioni che si occupano di bambini con problemi simili a quelli della sorella, coinvolgendo anche il fratello Presidente. Rosemary è morta a 85 anni, nel 2005.

L’incidente aereo che ha cambiato la storia

Ad essere il prescelto del patriarca per diventare Presidente, al principio, fu Joseph P. Kennedy Jr., il primogenito. Joseph aveva un curriculum perfetto per aspirare a ricoprire la suprema carica. Studente di Harvard, la sua bravura risaltava sia sui campi di rugby e football che nella vita studentesca. Dopo un anno alla prestigiosa London School of Economics, riuscì ad accedere alla facoltà di Legge di Harvard, che lasciò all’ultimo anno per combattere nella seconda guerra mondiale.

Joseph Jr. muore all’età di 29 anni, mentre partecipava ad una missione aerea top secret nel 1944. Il giovane tenente aveva all’attivo abbastanza missioni per poter tornare a casa, ma decise di offrirsi volontario per l’Operazione Aphrodite, il primo tentativo di usare dei veri e propri droni in guerra.

La ribellione di Kathleen Kennedy Cavendish

Non sarà l’unico Kennedy a morire a causa di un incidente aereo. Stessa sorte, in diverse circostanze, toccherà 4 anni dopo a Kathleen Agnes Kennedy. La brillante “Kick”, come la chiamavano in famiglia, era la quarta figlia di Joseph e Rose. Sfidò le ire dell’irlandese e cattolica famiglia sposando con rito civile il marchese inglese William Cavendish, cerimonia al quale prese parte solo il fratello  Joseph Jr. Pochi mesi dopo, il marchese muore in guerra e, più tardi, Kathleen ritrova l’amore con Peter Wentworth-Fitzwilliam, purtroppo già sposato.

L’uomo, la cui moglie era l’alcolizzata erede del birrificio Guinness, acconsente a divorziare. Questa nuova storia inasprisce ulteriormente i rapporti con la madre Rose, così la giovane cerca una sponda favorevole nel padre, che raggiunge a Cannes insieme al futuro sposo. Andando poi da Parigi verso la Riviera, nonostante il pilota avesse chiesto di rimandare il viaggio a causa del maltempo, la coppia si schianta a Saint-Bauzile il 13 maggio 1948. L’unico della famiglia a partecipare al suo funerale è stato il padre Joseph, la madre non ha voluto prendere parte alle esequie.

Anni Sessanta: il decennio nero dei Kennedy

Gli anni Sessanta segnano i trionfi più alti e le tragedie più profonde della famiglia. Nel 1960 John F. batte Nixon e diventa Presidente degli Stati Uniti. Kennedy nomina il fratello Robert “procuratore generale“, il consigliere legale della Casa Bianca. Inizia la parabola che consegnerà i due fratelli alla storia, anche se, purtroppo, non arriveranno a vedere la fine del decennio.

Nel 1961 il patriarca Joseph ha un’ictus che lo condannerà all’afasia e alla sedia a rotelle per il resto dei suoi giorni. L’imprenditore e politico, il diplomatico e investitore, non rimane vittima della sua nuova condizione. Con costanza, fa notevoli progressi e riprende in seguito parte delle sue capacità.

Altri insuperabili dolori erano in arrivo per lui, nonostante la sua resilienza. Nel 1963 due pallottole uccidono il 46enne John F. Kennedy a Dallas, in Texas. La morte del presidente più giovane mai eletto spezzò i sogni di una generazione di americani e di una famiglia che aveva sacrificato tutto per quella carica. L’anno dopo di nuovo i Kennedy rischiano di affrontare una morte in volo. Il fratello del presidente, Edward, senatore del Massachusetts, ha un’incidente mentre si trova a bordo di un’aereo privato. Si salva per miracolo, ma continuerà a soffrire di dolori cronici alla schiena per il resto della sua vita.

La morte di Bob e la fine del sogno presidenziale

In quegli anni Robert Kennedy diventa senatore per lo Stato di New York. Diverbi e incompatibilità con il presidente Johnson gli impediscono di diventarne il vice presidente, come avrebbero voluto in molti. Il giovane e brillante politico, sotto la pressione di molti amici e intellettuali favorevoli ai Kennedy, nonostante la sua iniziale reticenza annuncia la sua partecipazione alle primarie democratiche. Per lui il sogno presidenziale è ancora possibile, grazie anche all’impatto emotivo che la morte di John ha avuto.

La sua vita è stata spezzata poco dopo: il 5 giugno 1968, Bob viene gravemente ferito durante una sparatoria nelle cucine dell’Ambassador Hotel a Los Angeles. Il senatore stava lasciando i festeggiamenti per la vittoria in California, quando è rimasto vittima dell’attentato. La natura della sparatoria è alquanto controversa. Un uomo di origine giordana, Sirhan Sirhan, è stato condannato, ma l’autopsia e le dinamiche hanno lasciato non pochi interrogativi. Bob muore il 6 giugno al Good Samaritan Hospital, all’età di 42 anni.

Circa un anno dopo, nel 1969, Edward rimane nuovamente vittima di un incidente, questa volta stradale. Ted si trovava sull’isola Chappaquiddick, in Massachusetts, e aveva organizzato un party per le sostenitrici della campagna di Robert l’anno prima. Si allontana in auto con  Mary Jo Kopechne, 28 anni: Ted perde il controllo del veicolo che finisce nello stagno Pocha. Il senatore riesce ad uscire dal veicolo e a nuotare in superficie, ma la sua giovane accompagnatrice rimane intrappolata nell’auto. Ted, all’epoca 37enne, aspetta 10 ore per denunciare l’incidente. In seguito viene giudicato colpevole di aver abbandonato la scena del crimine e condannato a 2 mesi di carcere, sentenza poi sospesa. Evita la prigione ma “l’incidente di Chappaquiddick” pone la pietra tombale sulla sua carriera politica e sulle sue aspirazioni presidenziali.

Le tragedie della nuova generazione

Gli eredi dei Kennedy non sono sfuggiti al destino tragico dei padri. Nel 1984, David Anthony Kennedy, quarto degli undici figli di Bob Kennedy viene trovato morto per overdose all’Hotel “Brazilian Court” di Palm Beach. Il giovane era dipendente dall’eroina; molti hanno collegato questa dipendenza allo shockche subì quando, all’età di 12 anni, assiste in diretta all’assassinio del padre. Lo stesso giorno dell’omicidio, David era stato salvato da un’onda anomala che lo portò a largo a Malibu. Il padre era riuscito a salvarlo riportandolo a riva, poi si era diretto all’Ambassador, verso il suo destino. Fato al quale il piccolo David, che dopo il trauma della mattina non riusciva a prendere sonno, ha assistito in diretta nazionale.

Un altro dei figli di Robert, Michael LeMoyne Kennedy, muore nel 1997 in un’incidente sciistico mentre si trovava ad Aspen, Colorado. Solo due anni dopo una tragedia riaccende ricordi dolorosi e riporta in auge la storia della maledizione dei Kennedy. John Jr., figlio del presidente e di Jacqueline Kennedy, giornalista ed avvocato, muore nel 1999, all’età di 39 anni  in un incidente aereo. John aveva la licenza di volo, che sognava da quando era un ragazzino. Il 16 giugno, insieme alla moglie Carolyn e alla cognata Lauren Bessette, decolla dal New Jersey per arrivare a Martha’s Vineyard. Avrebbe dovuto presenziare al matrimonio del cugino, ma non arriverà mai a destinazione. Il suo aereo si schianta nell’Oceano Atlantico, uccidendo tutti e tre i passeggeri.

Leggendo la storia dei Kennedy, viene in mente il concetto di hýbris. Di fronte ai successi e alle tragedie, ci si chiede se non siano davvero gli dei a punire le ambizioni e gli eccessi di una famiglia che ha fatto la storia.

da thesocialpost.it