Cattolici manifestano a Roma in prossimità del summit sugli abusi, ma la contestazione riguarda soprattutto la linea del papa. La linea di papa Francesco è l'obiettivo non dichiarato, almeno per ora, dei cattolici che hanno organizzato un presidio oggi a Roma per ribadire la necessità che l'imminente summit sugli abusi non sollevi solo il velo sui casi di pedofilia, ma tenga conto pure - se non soprattutto - del "tema della corruzione morale, che comprende ogni violazione della legge divina e naturale, a cominciare dall'omosessualità".  

Papa Francesco ha convocato questo incontro straordinario, dal 21 al 24 febbraio, affinché gli episcopati potessero confrontarsi sulla prevenzione degli abusi ai danni dei minori e degli adulti vulnerabili ma, per mezzo delle discussioni che stanno precedendo l'inizio dei lavori in Vaticano, si sono palesate delle differenze di vedute. Bergoglio, il cardinale Cupich e altri hanno citato il "clericalismo" quale causa scatenante.  Per il "mondo trazionale", invece, è necessario riscontrare l'esistenza di correlazioni tra gli scandali emersi e l'omosessualità. In questo senso, più che in tutti gli altri possibili, va interpretata la mobilitazione di oggi. Acies ordinata, come riportato dall'Adnkronos, è strutturata attorno a sigle laiche, per lo più ascrivibili al "fronte tradizionalista". Oltre alla manifestazione prevista nel primo pomeriggio a piazza San Silvestro, è stata organizzata anche una conferenza stampa. Ma la sensazione è che il quadro non possa essere chiaro ai più, se non tenendo conto quello che sta avvenendo a livello di dibattito interno. I cardinali MuellerBurke Brandmueller, com'è spesso accaduto nel corso di questi anni, si sono distinti per avere delle posizioni differenti rispetto a quelle del Santo Padre. Il fatto che "tendenze omosessuali" abbiano fatto la loro comparsa, non in tempi recenti, all'interno di ambienti ecclesiastici, costituisce per loro un problema da risolvere in maniera urgente. E chi oggi pregherà in piazza, per il tramite di un rosario che si propone di "abbattere il muro di silenzio dei Pastori della Chiesa", vuole che i vertici della Chiesa cattolica si esprimano una volta per tutte sulla sussistenza di una correlazione tra "comportamenti omosessuali" e abusi.

Sullo sfondo, è inutile negarlo, c'è la lotta tra i conservatori e i progressisti. Non si può dire che le associazioni manifestanti oggi siano dipendenti dai cardinali citati - il "mondo tradizionale" è un luogo composito - , sembra esserci, però, una corrispondenza d'intenti tra i porporati più critici nei confronti di questo pontificato e chi ha predisposto la mobilitazione odierna. A segnalare che qualcosa sarebbe potuto avvenire era stato il cardinal Walter Kasper, quando aveva dichiarato che i "nemici di Francesco" avrebbero potuto utilizzare la questione degli abusi in maniera strumentale. Il fattore da tenere in considerazione è che tutto questo sta avvenendo in maniera pubblica. Bisognerà verificare se Acies ordinata tirerà in ballo papa Francesco. Chiaro è, però, che quanto programmato per oggi rappresenti una "battaglia" di una "guerra" più ampia.

 per ilgiornale.it