Il giornalista attacca la manifestazione anti-rom di CasaPound: "Non era autorizzata". Di Stefano pubblica subito l'autorizzazione della questura e lo sbugiarda. David Parenzo è allergico alla destra dura e pura, non è una novità. Il giornalista celebre, tra l'altro, per essere la storica spalla di Giuseppe Cruciani a La Zanzara, questa volta se la prende con CasaPound, rea, secondo lui di aver organizzato una manifestazione non autorizzata per chiedere la chiusura di alcuni campi nomadi romani.

 A rispondergli per le rime arriva Simone Di Stefano, vicepresidente di CasaPound Italia, che su Twitter invita i conduttori della Zanzara a "farsi una ragione" del fatto che la manifestazione, da più parti additata come razzista e intollerante, fosse perfettamente autorizzata. Di fronte all'insistenza di Parenzo, che petulante sostiene che "la questura dice il contrario", a Di Stefano non resta che pubblicare la foto del verbale di autorizzazione, con tanto di timbri e firme dei funzionri della questura. Condita dall'invito ad "informarsi meglio". 

Ma per Parenzo non finisce qui: risponde ancora a Di Stefano, protestando che "a volte sbaglia anche la Questura", che secondo lui non avrebbe dovuto autorizzare quella "gazzarra" in un contesto simile. La valutazione, per carità, è libera, come chiosa anche lo stesso vicepresidente di CasaPound. Ma al netto del dato sbagliato - errare è umano - colpisce la logica che sta dietro alle parole di Parenzo.

Come è possibile prevedere in anticipo, al momento dell'autorizzazione, se una manifestazione si trasformerà o meno in gazzarra? Tutto ciò che si può conoscere prima sono i contenuti della manifestazione, peraltro indicati alla questura e da essa approvati. Viene il dubbio che, per qualcuno, militanti come quelli di CasaPound, non dovrebbero proprio farsi vedere in pubblico. Speriamo di sbagliarci. Che ne penserà Parenzo?