enigma BellomoNorimberga, notte tra il 15 ed il 16 ottobre 1946. Nello spazio di sessantatré minuti, tra le 01.11 e le 02.14, dieci uomini che rappresentano il vertice politico–militare del Terzo Reich vengono giustiziati mediante impiccagione. Tokio, 23 dicembre 1948: sei generali ed un ex primo ministro e ministro degli affari esteri giapponesi vengono impiccati nella prigione di Sugamo perché riconosciuti colpevoli, come i loro colleghi tedeschi, di crimini contro la pace, di crimini di guerra e di criminicontro l’umanità. E se 10 tedeschi e 7 giapponesi sembrano pochi per espiare le colpe di quanti pianificarono ed attuarono le guerre di aggressione, in Europa come in Estremo Oriente, va ricordato che diversi processi “secondari” (o “paralleli”) rispetto a quelli “principali” di Norimberga e di Tokyo giudicarono e condannarono a morte centinaia e centinaia di individui: poco meno di 1000 solo in Giappone.
Giustizia – beninteso, la giustizia dei vincitori – è fatta, anche se pochissimi, oggi, almeno in Italia, ricordano i nomi dei criminali tedeschi e nessuno, o quasi, ricorda i nomi dei criminali giapponesi. Del resto, non sono di più coloro che ricordano quanti e quali criminali di guerra italiani vennero processati, condannati e giustiziati dagli Alleati, al termine del conflitto. Prima di indicare la cifra esatta, è opportuno sottolineare che il Regno d’Italia – dopo aver aggredito l’Etiopia
nel 1935, avere aderito nel 1937 al Patto Anticomintern stipulato tra Germania e Giappone l’anno precedente, avere firmato nel 1939 il Patto d’Acciaio con la Germania, avere invaso, ancora nel 1939, l’Albania, avere firmato nel 1940 il Patto Tripartito con la Germania ed il Giappone ed avere aggredito, sempre nel 1940, la neutrale Grecia – combatté contro gli Alleati anglo–americani e russi per più di tre anni, dal giugno 1940 al settembre 1943,
impegnandosi nei più diversi teatri di operazione, dalla Francia del Sud al cielo d’Inghilterra, dai Balcani all’Africa settentrionale ed orientale, dall’Oceano indiano alla Russia. Ebbene, di criminali di guerra italiani, processati da corti militari alleate, ce ne fu solo uno: il generale di divisione Nicola Bellomo (Bari 1881 — Nisida 1945), croce al merito di guerra, cavaliere dell’Ordine militare di Savoia, due volte medaglia d’argento al valore militare....