buche a canyon buche a grappolo famiglie di buche La riparazione limitata non esiste. I romani non vogliono accettare la regola, dura ma severa, per cui non si riparano le buche ma si riparano le strade. Uno gira per Roma, magari affidato alle ruotine di un’auto elettrica condivisa o alle ruotone di un autobus, e pensa alle buche. Sulla macchinetta, quelle gialle a due posti, ogni improvviso avvallamento è un precipizio, il tonfo è secco, un aut aut: si prosegue o si resta lì piantati. Sull’autobus è tutto più cinematografico. A ogni buca ben presa ci sono vibrazioni metalliche, lamiere che sbattono, stridio di vetri: sarà per la compresenza di altri viaggiatori sconosciuti ma sembra ogni volta un Titanic contro l'iceberg rifatto a Cinecittà. Uno vorrebbe pensare ad altro ma pensa alle buche.

Ne viene travisato anche il giudizio sulla politica locale. Quello che dovrebbe essere lo zero amministrativo, il minimo del minimo nell'azione di governo della città, il corrispettivo, trovandosi in uno studio legale, del far le fotocopie, cioè il riparar buche, ne diventa invece il centro, se non si trattasse di buche verrebbe da dire il punto più alto. Anche il garante, quando si esaspera per l’inconcludenza della sindaca o per le sue cattive compagnie, le indica la terra promessa, ben livellata e pareggiata: pensa alle buche, ripara le buche, ordina il garante, fattosi portavoce di tutte le voci.

Eppure ritornano, perché la riparazione limitata non esiste. I romani non vogliono accettare la regola, dura ma severa, per cui non si riparano le buche ma si riparano le strade. O chiudi, sfondi, rifai tutto e poi riconsegni oppure hai messo una toppa che poi salterà e la buca sarà più cattiva e aggressiva di prima, come un’infiammazione curata solo col cortisone.

Intanto giri e pensi alle buche. Ti sfiora anche un’idea positiva. Candido e perverso insieme rifletti: e se le buche fossero la versione concava dei dossi studiati per costringere a limitare la velocità? E soprattutto per far rispettare la distanza, perché la guida a vista, la navigazione in cui si deve evitare la subdola depressione, ha bisogno, appunto, di visuale, e se sto a un metro dal Suv che mi precede la visuale non c’è e la buca spunterà improvvisa, spietata, inevitabile.