capture 018 20092019 151401Parlando all'assemblea congiunta dei parlamentari M5S, a Montecitorio, Luigi Di Maio racconta di avere ricevuto una telefonata da Matteo Renzi: "Gli ho chiesto di non creare tensioni. Ci è bastato l'altro Matteo"La legge di bilancio che sarà e le prospettive del nuovo governo con il Pd. Sono stati questi i temi cardine della riunione congiunta a Montecitorio, martedì sera, dei parlamentari del Movimento 5 Stelle.

A fare gli onori di casa il capo politico, Luigi Di Maio. Dopo avere ringraziato sottosegretari e ministri uscenti ("Abbiamo tutti un debito con loro, per il lavoro svolto. Sono stati tutti validi e hanno portato a casa risultati importanti"), nelle due ore di riunione Di Maio ha chiesto ai suoi di "cambiare approccio. Abbiamo un programma da realizzare e gli accordi dovete chiuderli voi nelle commissioni". Quindi una discussione sulla legge di bilancio da approvare entro la fine dell'anno, con il macro obiettivo di disinnescare le clausole di salvaguardia dell'Iva rifinanziando per il 2020 il reddito di cittadinanza, misura-bandiera dei pentastellati.

 

Tuttavia, nell'intervento del capo politico dei 5 Stelle non poteva mancare un accenno all'argomento del giorno: l'uscita di Matteo Renzi dal Pd. Una mossa che spaventa Di Maio, e non solo Conte, per quanto concerne la stabilità dell'esecutivo. Ma il leader grillino ha fatto buon viso a cattivo gioco, affermando che il M5S "non gioisce delle scissioni degli altri". E comunque "noi rimaniamo l'unico polo alternativo nel panorama politico italiano".

Tra le altre cose, c'è stato spazio pure per la rivelazione della telefonata ricevuta proprio da Renzi. Commentandola, Di Maio non risparmia una stoccata all'ex alleato Matteo Salvini: "Mi meraviglio di chi oggi si è meravigliato" della scissione, ha detto il ministro degli Esteri, aggiungendo: "Ieri sera mi ha chiamato Renzi. A Renzi ho detto che di Matteo che ogni giorno creava tensioni nel governo ne abbiamo già avuto uno. Ne abbiamo abbastanza. Una cosa è certa: io non tollererò tensioni di alcun tipo. Bisogna lavorare solo per gli italiani".

Renzi ha rassicurato a Porta a Porta sulla sua fedeltà al governo. Ma Giggino, evidentemente, non si fida troppo. E tira l'ennesima frecciata al leader leghista, che ieri ha ironizzato così sul nome scelto da Renzi per il suo nuovo partito, Italia Viva: "Era meglio Poltrona Viva...".

di  per www.ilgiornale.it