Renzi padre e LottiUn piatto da 2,7 miliardi di euro nell’indagine che coinvolge anche il ministro Lotti e il generale Del Sette. Il documento trovato nella spazzatura dell’imprenditore su mandato dei pm di Napoli Woodcock, Carrano e Parascandolo. Lo scopo era trovare i fogli su cui, secondo l’accusa, Romeo scriveva (senza parlare per paura delle intercettazioni) davanti a Carlo Russo i destinatari delle somme ritenute possibili tangenti. Al centro, la maxifornitura di beni e servizi alla pubblica amministrazione, di cui l’imprenditore napoletano aveva vinto tre lotti del valore di 609 milioni.  Tiziano Renzi è indagato per traffico di influenze illecite dalla Procura di Roma nell’ambito dell’inchiesta Consip. Secondo i pm romani Paolo Ielo e Mario Palazzi, che hanno ereditato l’indagine avviata dalla Procura di Napoli, il padre dell’ex premier e il suo amico Carlo Russo (indagato per lo stesso reato) avrebbero usato la loro influenza sull’amministratore delegato di Consip, Luigi Marroni, per indurre Alfredo Romeo a promettere pagamenti nei loro confronti. Romeo ambiva all’appalto più grande d’Europa, Fm4, il facility management per i servizi a tutti gli uffici pubblici italiani. Poi è risultato primo in graduatoria per tre lotti pari a 609 milioni di euro su 2 miliardi e 700 milioni complessivi. Ora è in attesa dell’aggiudicazione.

Nei numerosi colloqui intercettati su delega dei pm di Napoli Romeo e l’amico di Tiziano Renzi, Carlo Russo, 33 anni, fanno spesso riferimento al ruolo del ‘babbo’ dell’allora premier: Tiziano Renzi, che conosce bene il numero uno di Consip, Luigi Marroni.

La Procura di Roma ha ereditato un mese e mezzo fa l’inchiesta per competenza territoriale. Prima ha interrogato, con i pm napoletani, un manager Consip accusato di corruzione da parte di Romeo: Marco Gasparri, difeso dall’avvocato Alessandro Diddi. Poi è salita di livello. Mercoledì ha notificato l’invito a comparire con la contestazione di traffico di influenze al padre del segretario Pd che sarà interrogato tra una decina di giorni. “Non conoscevo l’esistenza di questo reato – ha detto Tiziano Renzi – che comunque non ho commesso essendo la mia condotta assolutamente trasparente come i magistrati, a cui va tutto il mio rispetto, potranno verificare. I miei nipoti sono già passati da una vicenda simile tre anni fa e devono sapere che il loro nonno è una persona perbene”. Il personaggio centrale che tira in ballo Tiziano Renzi nelle conversazioni intercettate è Carlo Russo, un imprenditore che dice di condividere i pellegrinaggi a Medjgorje con Laura Bovoli, madre del leader Pd. Russo è molto legato a Tiziano, padrino di battesimo del figlio minore, ed è stato intercettato più volte mentre parla del ‘babbo’ con Romeo nel 2016.

L’elemento più impressionante e originale dell’indagine è il “pizzino” trovato nella spazzatura sul quale sarebbero scritte di pugno da Romeo – secondo gli investigatori – proprio le iniziali di Tiziano e di Russo accanto ai pagamenti mensili da effettuare. I pm napoletani Henry John Woodcock, Celeste Carrano ed Enrica Parascandolo hanno dato ordine ai carabinieri di sequestrare i sacchetti gettati dopo i colloqui tra i due nell’estate scorsa. Lo scopo era trovare i fogli su cui Romeo scriveva (senza parlare per paura delle intercettazioni) davanti a Russo i destinatari delle somme ritenute possibili tangenti.

Romeo prima dice a Russo la cifra da dare a un soggetto poi scrive una o più lettere sul foglio. Quando dice “30 al mese a…”, secondo gli inquirenti si riferisce a Tiziano Renzi, che sarebbe rappresentato dalla “T.” vergata in silenzio sul foglio.

A buon intenditor poche parole. Secondo l’ipotesi degli inquirenti, nell’ufficio di via Pallacorda a Roma, Russo potrebbe aver concordato con Romeo di dare 30 mila euro al mese a “T.” alias Tiziano Renzi e il suo intendimento – sempre secondo l’ipotesi investigativa – sarebbe stato quello di ottenere un trattamento più favorevole per la Romeo Gestioni nei rapporti con la Consip.

Era il costo di quella che Romeo chiama “una polizza assicurativa”. Nulla a che vedere con le polizze dell’altro Romeo del M5s che tanto ha interessato in questi mesi i grandi giornali. Romeo non voleva una polizza sulla vita ma una polizza sulla sua partecipazione alle gare Consip, uno scudo spaziale contro esclusioni o bassi punteggi che ovviamente riteneva ingiusti. Russo gli promette l’intervento di Tiziano su Marroni e si impegna a organizzare un incontro tra Romeo e Tiziano Renzi: “Ci si va a prendere una bistecchina con Tiziano”. Secondo alcune testimonianze, da verificare, un incontro con Romeo, Russo e Tiziano ci sarebbe poi stato.

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dall'articolo di Marco Lillo e Davide Vecchi per ilfattoquotidiano.it

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