Il via libera alla riforma arriva anche da Forza Italia, Fratelli d'Italia e Lega. A seguito della modifica costituzionale, varierà anche il numero medio di abitanti per ciascun parlamentare eletto. Passeranno da 945, il numero attuale, a 600 parlamentari. Così il taglio degli eletti complessivi sarà pari al 36,5%.  Questa è la diretta conseguenza dell'approvazione definitiva della riforma costituzionale voluta dal Movimento 5 Stelle e ora appoggiata anche dal Partito democratico, da Liberi e uguali e Italia viva, tutte forze che nelle tre precedenti votazioni avevano votato contro e che oggi appoggiano il nuovo esecutivo giallo-rosso. Domani, salvo sorprese dell'ultimo minuto, dovrebbe arrivare il via libera alla riforma tanto voluta dai pentastellati, con il via libera anche di Forza Italia, Fratelli d'Italia e Lega.

 

Il passaggio alla Camera

L'ultimo passaggio spetterà alla Camera prima della sua entrata in vigore che, comunque, non avverrà prima di gennaio 2020, visto che sarà necessario attendere i tre mesi previsti dalla Carta per consentire, a chi lo ritenesse necessario, di richiedere lo svolgimento del referendum. Se si dovesse svolgere la consultazione popolare, l'entrata in vigore potrebbe slittare di alcuni mesi e sarebbe comunque subordinata alla vittoria dei sì.

Le diminuzioni (in cifre)

La riforma produrrà, di fatto, la diminuzione del numero dei deputati, che passeranno da 630 a 400 totali, e dei senatori, i quali scenderanno a 200 totali dagli attuali 315. Verrà ridotto anche il numero degli eletti all'estro: si passerà dagli attuali 12 a un massimo di otto persone. A seguito della modifica costituzionale, varierà anche il numero medio di abitanti per ciascun parlamentare eletto: per la Camera dei deputati, infatti, il rapporto aumenterà da 96.006 a 151.210. La ripartizione dei seggi tra le circoscrizioni, fatto salvo il numero dei seggi assegnati alle circoscrizione Estero, si effettua dividendo il numero degli abitanti della Repubblica (dall'ultimo censimento generale della popolazion) per 392, distribuendo i seggi in proporzione alla popolazione di ogni circoscrizione, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti.