Mentre si discuteva sui social e non solo della lettera-appello ai vescovi (che ha superato le ottanta firme di studiosi teologi, con buona pace degli usuali corifanti della Bergoglio Press Gang – mi è venuta agli occhi una coraggiosa presa di posizione del vescovo Athanasius Schneider, data a Gloria-TV e ripresa da LifeSiteNews. In essa il presule chiede al Pontefice di revocare o chiarire ufficialmente per tutta la Chiesa l’affermazione del documento sulla Fratellanza Umana firmato da papa Bergoglio e dall’iman di Al-Azhar secondo cui la “diversità delle religioni” è “voluta da Dio”. Ora, è evidente a chiunque abbia un minimo di logica che se la diversità delle religioni è voluta da Dio, una religione vale l’altra; e allora non si vede perché uno debba essere cattolico, piuttosto che musulmano o buddista. E perché ci debbano essere dei vescovi, o un papa.

 

Il vescovo Schneider il 1 ° marzo, nell’udienza con i vescovi del suo Paese aveva chiesto un chiarimento al Pontefice, che gli aveva parlato di “volontà permissiva di Dio” nel campo della diversità delle fedi esistenti. Quanto questo possa essere convincente ciascuno può giudicarlo da solo. Ma comunque si trattava di una spiegazione private, e perciò non sufficiente. L’affermazione di Abu Dhabi “è ancora valida”, e così, dice Schneider, “viene proclamato un nuovo Vangelo, un Vangelo che non è quello insegnato dal Verbo incarnato di Dio, che è stato fedelmente predicato dagli Apostoli e trasmesso nella chiesa.”

“Non può esserci dubbio”, spiega Schneider, “che oggi san Paolo direbbe riguardo a questa formulazione controversa nella dichiarazione di Abu Dhabi “Ma quand’anche noi, quand’anche un angelo dal cielo vi annunziasse un vangelo diverso da quello che v’abbiamo annunziato, sia egli anatema. Come l’abbiamo detto prima d’ora, torno a ripeterlo anche adesso: se alcuno vi annunzia un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anatema’.(Galati 1: 8-9)”.

Papa Francesco ha firmato il controverso “Documento sulla fraternità umana per la pace e la convivenza nel mondo insieme” con il Grande Imam Ahmad el-Tayeb ad Abu Dhabi il 4 febbraio 2019. “Finora, né il papa, né un ufficio della Santa Sede parlando a suo nome, hanno fatto una correzione pubblica con riferimento diretto al dubbio passaggio riguardante la ‘ ‘diversità delle religioni’” nella dichiarazione di Abu Dhabi, spiega il vescovo Schneider. “Pertanto”, conclude, “la formulazione riguardante la diversità delle religioni è ancora valida”.

Nell’intervista, il vescovo Schneider illustra dettagliatamente i diversi sviluppi della sua discussione con Papa Francesco su questa dichiarazione di Abu Dhabi.

Insiste sul fatto che la correzione datagli dal papa durante un’udienza del 1 ° marzo ha solo un “carattere privato”, e spiega di aver consegnato al papa lo stesso giorno una lettera in cui gli chiedeva di “abrogare” la formulazione sulla “diversità delle religioni”. Papa Francesco, il 5 marzo, ha risposto in una lettera al vescovo Schneider, dicendo che nel documento di Abu Dhabi, l’espressione “è voluta da Dio” significa la “volontà permissiva di Dio”.

“Ho quindi scritto, il 25 marzo, ancora un’altra lettera personale”, spiega Schneider. In questa lettera, chiese al papa se poteva ripetere “pubblicamente per tutta la Chiesa” ciò che il papa aveva detto e scritto a Schneider in privato. Schneider gli ha chiesto di farlo “a causa della confusione nella Chiesa che cresce quotidianamente riguardo alla verità che la Fede in Gesù Cristo come unico Redentore dell’umanità sia l’unica religione voluta direttamente e positivamente da Dio”.

Alla domanda sul fatto che Papa Francesco, durante l’udienza generale del 3 aprile, abbia parlato esplicitamente della “volontà permissiva di Dio” riguardo alla diversità delle religioni, e se il papa non abbia così “rimosso il problema”, Mons. Schneider Dice: “Con questa formulazione, Papa Francesco non fa un riferimento diretto al tanto discusso passaggio della dichiarazione di Abu Dhabi”. Inoltre, afferma il presule, non esiste un insegnamento espresso che menziona che la Fede di Gesù Cristo “è l’unica la religione voluta positivamente da Dio “. Il vescovo Schneider ricorda che Papa Francesco gli ha inviato personalmente una copia di quella dichiarazione del 3 marzo durante l’udienza generale. Ma continua, dicendo che mentre questa dichiarazione del 3 marzo potrebbe essere un “piccolo passo avanti”,  resta il fatto che “la dichiarazione che è errata in sé e come si trova nel documento di Abu Dhabi continua a restare senza una correzione chiara e autentica all’interno della Chiesa” e che” si sta ancora diffondendo con la sua formulazione oggettivamente errata “. Ricorda che il Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso ha inviato una lettera il 21 febbraio 2019 “a tutte le università della Chiesa” con l’esplicita richiesta di contribuire a diffondere, a tutti i livelli, i principi contenuti nel documento di Abu Dhabi. Quella lettera cita anche il controverso passaggio sulla diversità delle religioni.

In tal modo,” afferma il vescovo Schneider, “la verità sull’unicità di Gesù Cristo come Redentore dell’umanità e, successivamente, la Fede in Lui come l’unica religione voluta da Dio, viene relativizzata. In questo modo, cresce sempre più il pericolo che l’essenza di tutto il Vangelo e, con essa, del depositum fidei [deposito della fede] venga negata “.

Di fronte alla crescente relativizzazione dell'”unicità di Nostro Signore e Redentore Gesù Cristo”, spiega il presule, è ancora più importante ora che “tutta la Chiesa e, in primo luogo, Papa Francesco” parlino apertamente di questa questione . “Il documento di Abu Dhabi, tuttavia, non è stato utile per quanto riguarda la missione principale della Chiesa”.

Parlando delle conseguenze dell’ulteriore diffusione del documento non corretto di Abu Dhabi, il vescovo Schneider sottolinea che “ulteriormente relativizzerà l’unicità di Nostro Signore e Redentore Gesù Cristo, e con essa anche l’essenza del Vangelo e della Divina Rivelazione”.

Marco Tosatti per https://www.marcotosatti.com