capture 020 17102019 110333Matteo Orfini non è uno qualunque. Fino al marzo scorso è stato presidente del Pd. E, se esprime nervosismo, qualcosa significa.  Il post su Fb di critica alla linea filo-M5S ha suscitato un vespaio. «Tra ieri e oggi i due principali leader del Pdche la prospettiva strategica del nostro partito è un accordo coi 5 stelle»

«Ovviamente – continua Orfini – questo accordo ha dei corollari: non possiamo mettere in discussione le leggi approvate da loro con Salvini. Non possiamo chiedere le dimissioni dei loro catastrofici amministratori ma dobbiamo subire i loro veti e le loro offese ai nostri ben più bravi presidenti di regione. Non dobbiamo fare proposte troppo forti al governo, sennò lo mandiamo in tensione. Non dobbiamo lamentarci di scelte populiste e antipolitiche come il taglio dei parlamentari, anzi dobbiamo fingere sia la nostra linea da sempre».

 

Di qui la fosca previsione di Orfini. «La dico semplice: a me pare una linea sbagliatissima. Che ha un unico obiettivo  non perdere. Ma che essendo totalmente priva di una visione politica rischia di portarci a una sconfitta rovinosa. Abbiamo fatto un governo insieme per fronteggiare una emergenza. Ma nulla è cambiato o sta cambiando nei nostri alleati da giustificare una improvvisa trasformazione da accordo emergenziale ad alleanza stabile».

Ecco il tenore dei commenti sul web. «Il cedimento alla subcultura grillista è fatale». «Questo partito non mi rappresenta più». « Zingaretti verrà ricordato come colui che sterminò il Pd». «Partito  destinato all’estinzione». «Questo Pd è una barca che sta affondando». E tanto basta.

di Mariano Folgori www.secoloditalia.it