Leopolda, la notizia principale è che sono state esaurite le spillette. E che ci sono stati 1.500 iscritti in un’ora. E che la gente non riusciva a entrare nell’ex stazione. Ma malgrado la propaganda di cui Matteo Renzi è maestro, le cose non stanno così. Italia Viva è sempre più una spina nel fianco del governo. I sondaggi parlano chiaro. Più del 5 per cento non potrà ottenere, se ci arriva. Inoltre il 70 per cento delle persone pensa che Italia Viva non sia nell’interesse del Paese. Ma solo di qualcuno. E due italiani su tre pensano che lasci presto il governo giallorosso. In effetti tutto lo fa pensare. Da quella improvvida dichiarazione di Maria Elena Boschi. Ieri ha detto che il Pd è il partito delle tasse. 

La terza e ultima giornata della decima edizione della Leopolda ha preso avvio stamattina. Con i saluti dal palco della Boschi accompagnata da Eugenio Comencini, che hanno dato il buongiorno ai partecipanti. “Un primo saluto va alle tantissime persone che sono rimaste fuori dalla stazione Leopolda e che ci seguono dai maxischermi. Siamo talmente tanti che purtroppo la stazione Leopolda non ci contiene più tutti”, ha detto ancora la Boschi.

La Leopolda vuole distinguersi dal Pd

E’ chiaro che nel mirino di Italia Viva ci sia il Pd e lo stesso Conte. Sullo sfondo però, da quello che si dice alla Leopolda, c’ un’emergenza. Quella di distinguersi dal Pd. Sì, il Pd e il premier Giuseppe Conte sono nel mirino della kermesse renziana. Affondi che sono rimbalzati da Firenze. Che rispondono per le rime agli attacchi. Dura la replica del Pd. E anche il presidente del Consiglio non ci va giù tenero. Ma non sarebbe una novità, stando a quanto si dice in Italia Viva. I rapporti tra Renzi e Conte non sarebbero idilliaci. Mentre con Luigi Di Maio ci sarebbe un’intesa inaspettata, secondo i partecipanti. E’ inedita la sintonia che Renzi sta trovando con il leader M5S. Cementata magari anche da un rapporto non proprio semplicissimo con il premier. “Se Conte sta lì è grazie a Matteo – dice uno alla Leopolda – se era per Zingaretti… Poi da venti giorni è cambiato tutto. E sempre scostante e irritante quando parla con Matteo. E poi, diciamolo chiaramente, è Conte ad attaccare noi, non il contrario”.

di Domenico Bruni da secoloditalia.it