capture 186 05112019 115906Il bluff di Matteo Renzi svelato da Dario Nardella, sindaco di Firenze, suo successore, ex delfino e, forse, pure ex fedelissimo. Rimasto nel Pd senza seguire il capo nel progetto Italia Viva, già qualche giorno fa Nardella aveva tirato un colpo basso a Renzi invocando un cambio radicale al Nazareno e invitando Nicola Zingaretti a sfidare l'ex segretario sui temi. Un'intervista, quella, morbida nei toni ma piuttosto belligerante nei contenuti.  Oggi, al Corriere della Sera, Nardella rincara la dose: "Il Pd deve dialogare con M5s e Iv. Renzi è il primo a sapere che questo esperimento deve andare avanti". Non è un passaggio banale, perché pubblicamente Renzi rinnega la possibilità di un centrosinistra allargato ai 5 Stelle e anzi la stessa scissione dal Pd è stata motivata come l'unico modo utile a spingere i dem lontano dall'abbraccio elettorale mortale con i 5 Stelle. Non a caso, proprio Renzi è stato l'unico leader della maggioranza a tenersi ben lontano dall'Umbria la scorsa settimana, evitando anche la sciagurata foto di gruppo di Narni.


Nardella però si conferma anche spina nel fianco del Pd. "Resto e faccio qui le mie battaglie. Il Pd ha abbandonato i territori ed è in mano al ceto politico romano. Io voglio un Pd rovesciato, dove contano gli amministratori, i sindaci. È da almeno un decennio che il Pd non parte più dalle istanze del territorio. È un processo che viene dalla vecchia tentazione del partito liquido, dallo smantellamento delle sezioni, non è certo colpa di Zingaretti. Anche se il Pd non deve avere paura delle piattaforme online, la sua vera rete non può che essere quella delle persone in carne e ossa".

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