capture 189 05112019 155947La maggioranza è fragile. Renzi con 17 senatori tiene in pugno Cinquestelle e Pd e li vuol costringere a sostituire Conte, benché lo abbia insediato lui con una manovra di Palazzo. Dem e grillini tengono duro, ma il Rottamatore è in campagna acquisti. Si dice che ci sia un drappello di parlamentari in uscita da Forza Italia pronti ad accasarsi con lui. Si fanno anche i nomi, ma non ci sono prove. Un altro scenario vede la costituzione di una nuova formazione, con un po' di parlamentari del gruppo misto e qualche azzurro, pronti a sostituire Renzi e tenere in piedi Conte, casomai l' ex sindaco di Firenze decidesse di far venire meno il proprio appoggio all' esecutivo. E poi c' è la Carfagna. È scontenta e non lo nasconde, ma che fa?
Resta, cede alle lusinghe di Toti, o a quelle del Matteo anti-leghista? Forse non lo sa neppure lei.

Chi è ferma nei suoi propositi e convinta della linea di Forza Italia è la capogruppo azzurra alla Camera, Mariastella Gelmini, che commenta con noi un sondaggio Swg che Libero è in grado di anticipare. Dice che solo l' 8% degli elettori berlusconiani è attratto da Renzi e che l' 89% dei simpatizzanti vede il destino del partito solo nella coalizione di centrodestra. Pochi di meno (77%) sono quelli che ritengono che Berlusconi abbia fatto bene a partecipare alla manifestazione unitaria di Roma, con Salvini e Meloni. Onorevole Gelmini, dopo il voto in Umbria dentro Forza Italia si è scatenata l' ennesima bagarre «I risultati del sondaggio Swg che pubblicate confermano che, come al solito, Berlusconi è in sintonia con il Paese e con i nostri elettori molto più di alcuni dirigenti di Forza Italia. Di quel sondaggio mi pare rilevante soprattutto il fatto che anche chi vota Lega e Fratelli d' Italia ha apprezzato la partecipazione del presidente Berlusconi alla manifestazione di Roma. Questo ci rafforza nel mantenere la linea di sempre: siamo dentro il centro-destra e siamo all' opposizione del governo Conte, senza se e senza ma. I giallorossi stanno affossando il Paese e non glielo permetteremo».

Renzi, ieri sul Messaggero, ha definito un' operazione di «igiene istituzionale» la nascita del Conte bis. Cosa ne pensa?
«Sono parole gravissime. Lui, che attacca il centrodestra accusandolo di razzismo, poi parla di igiene istituzionale. Ma stiamo scherzando? Con questa frase, questa sì, dal sapore razzista si svela per quello che è, un autentico Pinocchio. Anche perché confessa nella stessa intervista che se si fosse votato il centrodestra avrebbe stravinto le elezioni. Come si fa a chiamare igiene istituzionale un governo non rappresentativo della maggioranza? Così offende gli italiani e calpesta le istituzioni democratiche».

Renzi invita gli elettori (e i parlamentari) berlusconiani a entrare nella sua start up. Lei teme fuoriuscite di parlamentari azzurri?
«Quella di Renzi non è una start up bensì la bad company della sinistra. Non temo fuoriuscite: se un parlamentare di Forza Italia va con Renzi significa che ha perso la bussola e tradisce i suoi elettori. Dal sondaggio Swg risulta che l' 88% di chi vota Fi giudica poco o per nulla attraente Italia Viva. Renzi parla di garantismo, ma è quello del "game over Berlusconi" e ora sostiene che l' abolizione della prescrizione va bene così. Gli elettori hanno capito».

Ieri è circolata la voce che Berlusconi voglia ritirare il simbolo a partire dalle prossime elezioni: cosa prevede per Forza Italia?
«È una fake news messa in giro ad arte. Recupereremo consensi rafforzando la nostra identità e alzando la voce sulle nostre battaglie storiche; per le imprese, perché più imprese vuol dire più lavoro; per la crescita per dare prospettive ai giovani, alle donne, al Mezzogiorno; per la giustizia, per fermare una pericolosa aggressione alla libertà degli italiani. E anche per l' ambiente: ma non come fa la sinistra. Servono incentivi non la plastic tax. E deve cominciare lo Stato, favorendo la conversione ecologica dei mezzi e degli edifici pubblici. Non servono nuove gabelle, ma esempi virtuosi».

La finanziaria è una delle principali cause di impopolarità del governo: Forza Italia che giudizio ne dà?
«Pessimo: i giallorossi hanno dichiarato guerra a imprese e ceto medio. Al diluvio di tasse si aggiunge una deriva giustizialista in pieno stile grillino. Il Pd e Italia Viva, per mantenere le poltrone, si sono piegati a M5S. Mantengono il reddito di cittadinanza e criminalizzano commercianti, artigiani e professionisti. È uno scandalo, abbiamo già pronta la pregiudiziale di costituzionalità per fermare il decreto fiscale».

Quali sono gli aspetti più critici della manovra?
«È una legge di bilancio che punta a creare uno Stato etico e di polizia fiscale. Si illudono di risolvere i problemi dell' Italia tassando le buste dell' insalata, le bottigliette di plastica, il tetrapak del latte, lo zucchero e le auto aziendali (una batosta per 2 milioni di lavoratori e per l' intero comparto dell' auto che è già in crisi). I giallorossi dovrebbero tassare il bronzo delle loro facce: usano l' ambiente - alla cui tutela non sono minimamente interessati - per fare cassa. Tagliano le detrazioni fiscali, che di fatto significa aumentare la pressione fiscale, e poi regalano una insultante mancetta ai pensionati sulla rivalutazione».
La pensa come Renzi, che annuncia battaglia in Parlamento «Le giravolte di Renzi non si contano più: può fare le battaglie che vuole ma resta quello che ha fatto nascere il governo più a sinistra della storia per paura del voto. In realtà gli italiani hanno capito bene che è collocato a sinistra: ha votato con i grillini perfino sull' Ilva».

Che progetti ha Forza Italia in tema economico?
«In Parlamento martedì si discuterà la mozione di Forza Italia, sottoscritta anche dalla Lega, che prevede che tutte le risorse del reddito di cittadinanza vadano ai lavoratori. Ci consentirebbe di dare mille euro in più in busta paga. Mi aspetto che il Pd ci ripensi: hanno stanziato solo briciole per il taglio del cuneo fiscale, e Renzi propone addirittura di rinviarlo a settembre. Se non cancelleranno il reddito di cittadinanza, chiederò agli alleati di adottare la stessa procedura usata per la legge elettorale: un referendum per dare la parola agli italiani».

E sul fisco?
«Il cavallo di battaglia è la proposta di introdurre in Costituzione un tetto massimo al peso fiscale: non più del 33%, sui redditi e per quanto riguarda la pressione generale sui cittadini».

di Pietro Senaldi per www.liberoquotidiano.it