"Non si fa". Barbara Lezzi affida a Facebook il suo accorato appello ai giornalisti cattivoni, "i Senaldi, i Sallusti, i Roncone, sempre gli stessi" che a suo dire l'avrebbero offesa nella maniera peggiore possibile. Si parla di Ilva, e i retroscena (leciti sempre, tranne quando riguardano il Movimento 5 Stelle, a giudicare dalle reazioni stizzite degli esponenti grillini di cui l'ex ministra per il Sud è ultima in ordine cronologico) sono diventati magicamente "insulti" da parte di "illuminati giornalisti che - spiega una prostrata Lezzi - mi hanno definito sbattitappeti, commessa frustrata, povera dipendente di una aziendina, vendicativa, livorosa, arrabbiata". La senatrice, che con il suo emendamento votato dalla maggioranza compatta ha eliminato lo scudo penale regalando un alibi perfetto ad Arcelor Mittal per la fuga da Taranto, non spende una parola per difendersi dalle accuse nel merito, ma la butta sul personale con artifici retorici telefonatissimi: "Tutti questi giornalisti ignorano la storia e non rispettano aziendine e commesse, lo zoccolo duro di questo Paese che negli anni ha contribuito a mantenere anche giornaloni e giornalini. Abbiano rispetto per gli imprenditori che pagano le tasse - conclude la grillina -, lavorano e mantengono il paese". Una lezione indimenticabile: vietato criticare chi governa. Come direbbe Troisi, "mo me lo segno".


Video: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev

da liberoquotidiano.it