capture 033 14112019 230050Morire per smettere di inquinare. In pratica, è questa la vera proposta per Taranto del M5S. Al Movimento ora toccherà iniziare a fare i conti con le conseguenze dalle scelte fatte sull' Ilva. Mittal ha ufficializzato l' addio e Giuseppe Conte non ha idea di come svegliarsi dall' incubo: più di 10.000 persone a casa in una città di 200.000 anime dove la disoccupazione è già ben oltre il 40%.

Un terremoto, tanto che il premier si è messo a lanciare appelli ai suoi per dare suggerimenti (definiti "pensierini") che possano aiutarlo a superare la crisi. Purtroppo, però, i grillini in questi anni hanno già detto la loro su cosa fare dopo la morte dell' acciaieria. E si tratta di materiale preoccupante: una lunga serie di progetti deliranti, tra parchi a tema, centri di alpinismo, allevamenti di cozze, misteriosi eco-lavori e assunzioni di massa di operai da parte dello Stato.

 

TUTTI A CASA
Come noto, la grande protagonista della campagna anti-Ilva dei Cinquestelle è sempre stata Barbara Lezzi, capofila della squadretta di parlamentari che rifiuta di reintrodurre lo scudo penale necessario per poter gestire l' industria senza finire automaticamente in galera. In assenza di quelle tutele legali, è impossibile evitare la chiusura. Il problema, però, è che la politica pugliese vuole proprio questo: prima di diventare ministro per il Sud, aveva più volte sostenuto la necessità di eliminare quello che ha definito uno «stabilimento che dà solo morte» e una «fonte inquinante che deve essere fermata». Meglio mandare tutti a casa. E poi? Turismo e cozze. Allevamenti di mitili per reimpiegare gli operai. In un' intervista di giugno a RadioUno aveva ben illustrato il suo pensiero: «Stiamo facendo degli investimenti in una città che, con il siderurgico, era stata votata al sacrificio per il Pil nazionale. È giusto che Taranto vi contribuisca, ma può farlo anche con altri investimenti che guardino al futuro. È una bella città di mare di cui si parla solo per l' ex-Ilva, ma ha, per esempio, una lunga tradizione nell' attività di mitilicoltura, che non può essere dimenticata». Un' ideona successivamente rilanciata anche dal sottosegretario grillino.

Mario Turco. Siamo alla frutta (di mare). Con la Lezzi si muoveva a braccetto anche Luigi Di Maio, che in un video di qualche annetto fa (2015) sosteneva che ci fosse un modo semplice per evitare il disastro, ovvero far assumere dallo Stato tutti i licenziati: «Prendiamo i lavoratori, facciamogli bonificare quell' area, formiamoli per eco-lavori» e successivamente puntiamo su «turismo e agroalimentare». Certo, chi non vorrebbe andare in vacanza sui terreni dell' ex acciaieria o comprare una bella burrata prodotta dove prima sorgeva un altoforno? Ci sarebbe poi un piccolo problema di costi. Dove prendere i soldi per questa titanica opera di bonifica e per l' assunzione di 10.000 persone? Mistero. Così come resta fantascientifica l' idea di risolvere tutto con degli "eco-lavori".

IL FONDATORE
Il Movimento, tuttavia, crede molto nel potere dei sogni, come insegna Beppe Grillo. Il comico l' anno scorso sosteneva che ci fossero 2,2 miliardi di euro di fondi Ue da investire. Il tutto per realizzare un «piano di riconversione che punta su ricerca, innovazione, energie rinnovabili, turismo sostenibile e archeologia industriale» (Ricetta descritta dai redattori del Blog delle Stelle, testo sacro dei Cinquestelle, già nel 2016).

L'idea era quella di seguire l' esempio tedesco: «Potremmo fare come hanno fatto nel bacino della Ruhr» diceva Grillo «dove non hanno demolito, hanno bonificato, hanno messo delle luci, hanno fatto un parco archeologico di industria del paleolitico lasciando le torri per fare centri di alpinismo, i gasometri per centri sub più grossi d' Europa, sono state aperte un sacco di attività dentro e gli stessi minatori che lavoravano lì oggi sono guide turistiche, fanno un milione di visitatori l' anno e hanno dato posto a 10mila persone». Nella Ruhr ci sono voluti decenni per raggiungere quegli obiettivi, ovviamente con ben altri budget. E comunque lungo la strada molti posti di lavoro sono svaniti. Per non parlare del riferimento alle torri da alpinismo in Puglia. Peraltro, già all' epoca Grillo citava il reddito di cittadinanza come rimedio.

Come dire: creeremo disoccupati, ma daremo loro qualcosa per non morire di fame. C' è poi un' ultima curiosa proposta che vale la pena di citare. Sempre il Blog delle Stelle riguardo a Taranto annunciava di voler «scommettere sull' economia circolare potenziando la filiera dei rifiuti». Un piano un po' vago. Chissà se oggi, dopo aver visto le prodezze della Raggi, i grillini avrebbero ancora il coraggio di parlare del pattume come risorsa semplice da utilizzare.

di Lorenzo Mottola per www.liberoquotidiano.it