capture 006 15112019 221839Le manda Danilo Toninelli, e per l'ex disastroso ministro delle Infrastrutture è la vendetta più fredda e dolce nei confronti di Luigi Di Maio e del Pd. Le "pasionarie" del M5s emiliano, guidate dalla 39enne modenese Giulia Gibertoni (che 5 anni fa sfidò Stefano Bonaccini), protestano per la decisione dei vertici grillini di non candidare alcuna lista alle regionali dell'Emilia Romagna del prossimo 26 gennaio. Ufficialmente per non fare brutte figure, ufficiosamente per non togliere voti al Pd e a Bonaccini e non mettere a rischio la tenuta del governo nazionale, respingendo la spallata di Lucia Borgonzoni e Matteo Salvini.  L'idea del passo indietro è stata di Max Bugani, braccio destro di Casaleggio e uomo fortissimo dei 5 Stelle in regione. Ma come ricordato da Italia Oggi, la Gibertoni è di tutt'altro avviso: "Come farei adesso ad appoggiare Bonaccini e il Pd, seppure indirettamente?".

Come darle torto: da 5 anni guida una opposizione spietata ai "poteri forti" della sinistra che governa l'Emilia Romagna da 75 anni. Toninelli, escluso brutalmente dalla squadra di governo lo scorso settembre, "ha partecipato a un'assemblea a Reggio Emilia" dei ribelli, scrive ancora Italia Oggi: "Siccome noi siamo il M5s, a me pare che non candidarsi sia l'esatto opposto di quel non mollare mai che da sempre ci ispira", è la sua tesi. L'incontro tra Di Maio e la delegazione dei grillini romani dovrebbe servire a chiarire la situazione, ma non a cambiarla. E la Gibertoni, sibillina, lo avverte: "Una forza politica non può rinunciare alla propria identità per calcoli elettorali. E in ogni caso credo che al Pd nuocerebbe una nostra desistenza perché i nostri militanti acquisirebbero un disagio verso il partito percepito come il responsabile di questa desistenza, cioè il Pd, e voterebbero dall'altra parte o per l'astensione. Gli elettori sono una risorsa finita, una volta che se ne vanno non riesci a farli tornare".

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