capture 029 17112019 111953"Il cancro dell'Italia". Alessandro Sallusti legge così la commistione tra politica e giustizia rappresentata oggi dalla "discesa in campo della Procura di Milano" nella vicenda Ilva. L'inchiesta nasce di fatto per dare una mano al governo ma secondo il direttore del Giornale rappresenterà "una pietra tombale sulle residue, piccole, probabilità che gli indiani si convincano a continuare la loro avventura nella acciaieria di Taranto".Di più, con i pm milanesi alle calcagna gli indiani di Arcelor Mittal "accelereranno la loro fuga dall'Italia portandosi via anche i cinque miliardi di euro che stavano per investire nel nostro Paese". Ecco il frutto malato del giustizialismo declinato da Giuseppe Conte, Pd e M5s in vario modo. "Non saranno le manette a evitare che l'Italia, con la perdita della produzione di acciaio, retroceda nella classifica dei Paesi industrializzati". Al posto dello scontro armato con la multinazionale, suggerisce un amareggiato Sallusti, "servivano buon senso, autorevolezza, capacità di trattativa. Di certo, "dopo questa ennesima invasione di campo" della magistratura "non ci sarà più un imprenditore straniero disposto a investire un euro da queste parti". Conte avvocato del popolo, sì, "ma delle cause perse". E l'Ilva, con le sue 20mila famiglie di Taranto condannate alla disoccupazione, non è altro che "il prezzo per salvare questo governo criminale".

 

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