Il primo ha evitato accenni all'esecutivo mentre il secondo ha detto che "serve qualità nell’azione di governo". I due sono intervenuti a Bologna nella tre giorni dedicata al Pd
Uno non ha fatto nessun accenno all’esecutivo, mentre l’altro ha chiesto “qualità e qualcosa in più” che dia risalto all'azione di governo.Si tratta rispettivamente di Nicola Zingaretti e Dario Franceschini. I due sono intervenuti ieri a Bologna, nella prima delle tre giornate in cui il Partito democratico si confronta con i cittadini, con il mondo produttivo e culturale del Paese.Come riporta La Stampa, sembra che tra il segretario del Pd e il ministro dei Beni culturali il rapporto non sia solido come una volta.
Zingaretti ha ascoltato l'intervento di Franceschini e alla fine gli ha dato il “cinque” ma senza particolare calore. Il presidente della Regione Lazio ha parlato evitando ogni riferimento all’esecutivo, lasciando che lo facesse Franceschini. Il segretario del Pd non è intenzionato ad aprire una crisi di governo e nel suo discorso ha sottolineato che è arrivato il tempo di costruire una nuova proposta per il Paese. “Un Paese che torni ad essere felice e un Paese che non deve più avere paura del suo futuro - ha spiegato Zingaretti -. Il Pd è al servizio di questa missione non da solo ma aprendosi alle forze migliori della società italiani”. Il segretario del Pd ha evidenziato che il suo partito è vivo, combatte e vuole indicare una strada migliore per gli anni Venti di questo secolo perché i dem sanno cosa sono stati gli anni Venti del Novecento. “E se non cambia la storia - ha proseguito - anche i nuovi anni Venti rischiano di essere drammatici. Non sarà così perchè combatteremo”.