capture 089 19112019 181612Nicola Zingaretti è messo all'angolo non solo dagli alleati di governo, ma anche dai suoi stessi compagni. La sparata sullo Ius soli ha innervosito un po' tutti. D'altronde Luigi Di Maio non ha così torto: in un momento per l'Italia estremamente critico (il caso dell'ex Ilva e il disastro a Venezia sono solo due esempi) la proposta rispolverata dal piddino non è un'urgenza. E il segretario dem farebbe meglio a togliersela in velocità dalla testa, perché anche Stefano Bonaccini lo ha bacchettato. "Ius soli? Le due priorità in questo momento sono un grande piano di prevenzione contro il dissesto idrogeologico e cambiare la plastic tax. Secondo me servivano toni per mettere al centro altre questioni oltre allo ius soli - dice a Radio24 il governatore dell'Emilia Romagna -. Quando si affermano diritti non c'è mai un momento giusto o non giusto.

Ma proprio perché ieri eravamo a Bologna forse non si è calibrato bene il tono sugli argomenti".La frecciatina è chiara e il clima è teso. Dopo la plastic tax che mina le aziende emiliano-romagnole, Bonaccini deve fare i conti  con lo Ius soli. E chissà che questo nervosismo non sfoci in un disastro elettorale con un Pd abbandonato da tutti (i Cinque Stelle ci hanno già pensato). A intuirlo anche Matteo Salvini, che coglie la palla al balzo per mettere il dito nella piaga di un governo già di per sé abbastanza disastroso: "Zingaretti si è preso una marea di vaffa, perfino dai suoi alleati, perfino da Di Maio, che gli ha detto che con tutto quello che succede proprio di cittadinanza anticipata devi parlare". 

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