"Qui sono nati e qui sono finiti. Il Movimento 5 Stelle in Emilia Romagna non c'è più". Il reportage di Repubblica tra la base grillina nella roccaforte rossa che il prossimo 26 gennaio andrà al voto per le regionali si apre con questa sconfortante presa d'atto do un attivista storico, nonché ex astro nascente del Movimento: Giovanni Favia, poi espulso da Casaleggio e Grillo dopo essere andato ospite a Ballarò. Un secolo fa, come quando alle regionali del 2010 il Movimento appena nato prese il 7%, con punte sopra l'8% a Bologna e a Rimini. Tra due mesi, quasi sicuramente, i 5 Stelle rifiuteranno persino di schierare una propria lista, complice un calo elettorale iniziato alle ultime regionali (13,31% nel 2014, dopo il primo exploit di un anno prima alle politiche) e il tremendo 12,89% alle europee del maggio 2019.

 

Rispetto ai botti che sfiorarono il 30% alle politiche trionfali del 2018, oggi i dirigenti grillini se si candidassero pronosticano risultati intorno al 5-6%, anche se "la stima giudicata più credibile è il 4,5", sottolinea Repubblica. Secondo il presidente dell'Istituto Cattaneo Pier Giorgio Ardeni "i 5 stelle sono destinati a sparire. Hanno fatto leva sul malcontento, sulla frustrazione, hanno cominciato ad avere successo quando il Pd ha perso il contatto con quello che per anni era stato il popolo di riferimento della sinistra, ma nel passaggio a forza di governo non potevano che deludere". Peraltro, non hanno mai sfondato nelle zone di frontiera (a ridosso sul Po o sugli Appennini) dove non a caso oggi vola la Lega. E i grillini di 10 anni fa, ora, si chiamano sardine. E probabilmente non voteranno M5s.

Nel video di Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev, quando Di Maio diceva: "Non è un momento semplice"

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