capture 226 03122019 160056Giuseppe Conte è alle corde. Sul dibattito parlamentare sul Mes è in evidente difficoltà. La sua difesa, fa sapere l'edizione on line del Giornale, rischia di crollare non tanto sotto i colpi dei partiti sovranisti, che accusano Conte di aver tradito il mandato del Parlamento, ma sotto le parole dello stesso premier. È Conte che sta affossando Conte, perché è il premier che sta smentendo stesso. E l'arringa dell'Avvocato del popolo rischia di trasformarsi in un vero e proprio fallimento per cui la condanna potrebbe arrivare da un momento all'altro.La prova è data semplicemente nel ribadire che la riforma del Mes sia ancora modificabile.

Conte, però si dimentica non soltanto delle parole del suo ministro Roberto Gualtieri, che in audizione in commissione aveva proprio spiegato che non si potesse emendare quanto deciso dall'Eurogruppo, ma anche di quello che è stato detto dallo stesso presidente del Consiglio. Che prima dice che non è stato preso nessun accordo definitivo, poi dice che i ministri sapevano e si trovavano tutti d'accordo e adesso svela all'Italia il fatto che non ci sia nulla di deciso, che tutto è ancora possibile e che il parlamento potrà decidere. Anche perché il documento pubblicato il 21 giugno dal Consiglio europeo proprio sulla revisione del trattato Mes parla della più ampia convergenza tra governi sulle modifiche al Meccanismo europeo di stabilità. Come questo testo, da inemendabile su cui è stata piena convergenza, sia diventato tutto a un tratto modificabile, è un mistero che improbabile conosce solo Conte. 

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