capture 017 13122019 101840Non ci sta. Voli di Stato per cose di partito? Adesso è troppo.  Alla notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati per abuso d’ufficio Matteo Salvini risponde secco: «Non prendo il volo di Stato per andare in vacanza. Quello lo faceva qualcun altro». Non lo nomina ma il riferimento è chiaramente a Matteo Renzi, finito nel mirino dei 5Stelle per la sua vacanza a Courmayeur con la famiglia. E per i costi stellari del suo Air Force personale.Non ci sta. Voli di Stato per cose di partito? Adesso è troppo.  Alla notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati per abuso d’ufficio Matteo Salvini risponde secco: «Non prendo il volo di Stato per andare in vacanza. Quello lo faceva qualcun altro». Non lo nomina ma il riferimento è chiaramente a Matteo Renzi, finito nel mirino dei 5Stelle per la sua vacanza a Courmayeur con la famiglia. E per i costi stellari del suo Air Force personale.E ancora: «Oggi ho scoperto che mi hanno indagato per i voli di Stato perché da ministro che si occupa di polizia e vigili del fuoco andavo a inaugurare le caserme usando gli aerei della polizia e dei vigili del fuoco. Vedi te che personaggio particolare che sono…», ha aggiunto ironico il leader della Lega.

 

Salvini: andavo a inaugurare caserme, non in vacanza

Poi ha puntualizzato. «Tutti i voli di Stato, e chiedetelo al capo della polizia e dei vigili del fuoco, erano utilizzati in giornate in cui c’erano presenze istituzionali in caserme, comandi dei vigili del fuoco, a Platì, a San Luca, Castelvolturno, da Nord a Sud, per motivi istituzionali. Punto. Non prendo il volo di Stato per andare in vacanza, quello lo faceva qualcun altro…”, ha detto Salvini parlando a Catanzaro, all’inaugurazione della nuova sede della Lega. Il polverone nasce da un’inchiesta di Repubblica dello scorso maggio, in piena campagna elettorale. Il dossier aperto dalla Corte dei Conti è stato archiviato. Ma la procura di Roma, ricevuti gli atti, è andata avanti con l’iscrizione dell’ex ministro dell’Interno nel registro degli indagati.

«Non vedo l’ora di andare in tribunale»

Ora la palla passa al tribunale e dei ministri, competente a indagare su eventuali reati commessi nell’esercizio delle funzioni ministeriali. E Salvini precisa che non intende avvalersi dell’immunità nel caso di un rinvio a giudizio. «Non vedo l’ora di andare in tribunale…».  L’unica cosa che mi dispiace, con i problemi che ha la giustizia italiana – aggiunge –  è che si spendano migliaia e migliaia di euro per provare a processare Matteo Salvini. Quando magari c’è qualche ‘ndranghetista che passeggia per la Calabria, perché qualcuno questi soldi li sta spendendo. Però se mi chiamano vado, con il sorriso».

di Eugenio Battisti per www.secoloditalia.it