capture 116 30122019 150813Da inizio 2019, Mario Giarrusso ha smesso di restituire i rimborsi da senatore al fondo del M5s, come da regolamento interno al Movimento. Circa 2.300 euro, da detrarre alla sua indennità: si è tenuto tutto, e ora è anche lui nella lista dei morosi per oltre 25mila euro. Intervistato dal Corriere della Sera, l'avvocato siciliano però non fa passi indietro e anzi dichiara guerra a Luigi Di Maio, invitandolo a mollare senza troppi giri di parole.  
"Questi soldi - spiega Giarrusso, alla seconda legislatura e dunque virtualmente fuori dal Parlamento - li ho dovuti accantonare per affrontare cause civili e penali che sono state intentate contro di me per quanto ho fatto nell'ambito della mia attività politica. Quella penale più rilevante, per cui sono stato rinviato a giudizio, riguarda la querela sporta dall'allora candidata sindaca di Agira, per un post sul blog di Beppe Grillo in cui denunciavo le ombre mafiose nella campagna elettorale del Pd di Enna. Per un altra causa civile a Porto Empedocle mi vengono invece chiesti 50mila euro...". Il Movimento, rivela, non garantisce i suoi parlamentari per le spese legali.

Di fronte alla minaccia di espulsione per chi non si mette in regola, Giarrusso spinge sull'acceleratore: "Io dico che non ho alcuna intenzione di lasciare il Movimento. Semmai mi piacerebbe mandare via qualcuno, altroché!". Per caso, parla di Di Maio? "Abbiamo regalato un altro ministero ad un altro esponente di area Pd come Gaetano Manfredi. Un dicastero importante come l'Università lo abbiamo regalato a un barone. La nostra leadership nel governo è sempre più debole, praticamente siamo in minoranza pur avendo il 37% dei parlamentari. Di Maio deve lasciare: è lui il responsabile di tutto".

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