capture 072 13012020 160259Chissà quale sarà il programma elettorale del "partito islamico italiano". Subordinare la Costituzione alla sharia, introdurre il velo obbligatorio per la donna, prescrivere solo cibo halal nelle scuole? Difficile a dirsi e, poste le garanzie della Costituzione, fortunatamente molto difficile a farsi. Quello che è certo è che uno degli obiettivi di Nuova Italia, la neonata lista elettorale figlia della comunità musulmana di Magenta (Milano) che intende presentarsi alle elezioni amministrative del 2022, è agevolare la costruzione della moschea cittadina, chiesta da anni senza esito positivo. Men che meno ora che, a guidare l' amministrazione, c' è una giunta di centrodestra con un sindaco, Chiara Calati, sostenuto dalla Lega. Ecco che allora la nascita di questa lista rappresentativa dei "nuovi italiani", oltre che un obiettivo religioso, si pone anche uno scopo politico: ossia depotenziare la Lega, sfidando con tanto di voti in mano Salvini.

Posta la legittimità per chiunque di scendere in campo, è doveroso porsi la domanda sull' opportunità di creare una lista che abbia, tra le priorità, la nascita di una moschea. Questo obiettivo sembra porsi in contraddizione con la natura a-confessionale dello Stato e il carattere di una democrazia che rifiuta ogni deriva teocratica. È come se un una lista civica composta da cattolici partecipasse alle elezioni ponendo ai primi punti del programma la costruzione di più chiese in città. Suonerebbe strano, no?


IL PROGRAMMA:
Getta tuttavia acqua sul fuoco Munib Ashfaq, portavoce dell' associazione islamica Moschea Abu Bakare e tra i promotori di Nuova Italia: «Gli obiettivi della nostra lista», dice parlando con Libero, «saranno molto più ampi: la manutenzione delle strade, il miglioramento della sicurezza, l' inserimento al potere di gente competente. La moschea è uno tra gli scopi: sicuramente, con noi, ci sarà spazio per tutte le minoranze religiose e i loro luoghi di culto. In realtà, però, noi puntiamo ad avere la moschea già prima delle elezioni: dopo il pronunciamento della Consulta (che ha definito anticostituzionale la legge anti-moschee della Regione Lombardia, ndr), il Comune sarà obbligato ad avviare la procedura per la realizzazione del luogo di culto». Un altro obiettivo cui Nuova Italia mira, avverte Munib, è quello di «celebrare nei luoghi di istruzione (le scuole materne, ndr) tutte le festività religiose, non solo il Natale, ma anche la fine del Ramadan». Per una scuola multi-culti, all' insegna del minestrone religioso...

Quanto alla composizione delle liste, assicura Munib, «io vorrei dare quanto più spazio alle donne, anzi l' ideale sarebbe un candidato sindaco donna». Necessariamente musulmana? Lui sostiene di no, perché «conosco gente validissima anche non di fede islamica», sebbene sia verosimile che una candidatura espressione di quel mondo faccia capo all' islam. Quanto alle alleanze, Munib afferma che «saremo aperti a chiunque condividerà il nostro programma elettorale, la sinistra ma anche i centristi, la Lega e le Sardine».


Un' apertura trasversale smentita tuttavia da quanto lui ammette subito dopo: «Sto ricevendo tanti messaggi di sostegno da gente che è arrabbiata contro chi sta diffondendo il razzismo e vuole far tornare il fascismo, mi riferisco in primo luogo a Salvini». Musulmani anti-salviniani, insomma, che si pongono un obiettivo ambizioso nell' immediato e a lungo termine: «Alle amministrative vogliamo arrivare almeno al 10% ed essere determinanti al ballottaggio. In futuro vogliamo guardare oltre questo territorio e raccogliere le sensibilità di tutti coloro che vogliono un' Italia diversa». Insomma, ipotizzare un partito regionale o addirittura nazionale.


IL PRETE E' CONTENTO:
Si dice preoccupato solo all' idea il vicesindaco di Magenta, il leghista Simone Gelli. «È molto inquietante», ammette, «che un partito nasca avendo tra i punti principali la costruzione di una moschea. C' è innanzitutto un problema di compatibilità con i principi laici della Costituzione. Inoltre questo mi sembra un modo perfetto per ghettizzare una parte dei nuovi italiani, confinandoli in una lista, tanto che molti immigrati si sono detti contrari al progetto». Per quanto riguarda la moschea Gelli è categorico: «Magenta non può ospitare un luogo di culto simile, significherebbe gestire un flusso di fedeli da tutto il nord-ovest del Milanese, e non siamo attrezzati per questo. Mi pongo anche una questione di reciprocità: mi aspetto che l' islam che chiede luoghi di preghiera in Italia permetta ai cristiani di pregare liberamente nei Paesi islamici». Da ultimo ci sono i precedenti: «Nel 2017 all' interno del centro migranti di Magenta venne creato un luogo di preghiera abusivo. E anche nel 2008 la Lega ottenne la chiusura di una moschea abusiva sul territorio».


Ecco perché anche il sindaco Calati è molto cauto: «Non vogliamo discriminare nessuno, ma le moschee devono obbedire alle leggi vigenti e restano luoghi molto sensibili da monitorare». Quanto all' idea di una lista "musulmana", il primo cittadino avverte: «Rappresenterebbe legittimamente una parte della comunità, ma bisogna prima vedere se riescono a fare la lista e poi quanti voti prendono: parlare di 5% mi sembra già troppo». Solo il parroco, don Giuseppe Marinoni, guarda positivamente l' iniziativa: «È una bella opportunità di cooperazione tra persone di culture diverse». Detto da lui riproduzione riservata Il portavoce Munib Ashfaq.

di Gianluca Veneziani per www.liberoquotidiano.it