Il ministro costretto a inchinarsi a Bruxelles che minaccia nuove sanzioni. Quello che fino a ieri era solo un'ipotesi ora è una certezza. La riforma dell'Irpef, adombrata dal ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, comporterà un aumento delle tasse, a dispetto della volontà della maggioranza di abbassare il carico delle imposte A Via XX Settembre si sta lavorando ad un ddl delega da presentare entro aprile.

 

Poiché il taglio delle tasse non può essere effettuato in deficit, occorrono maggiori risorse. «L'Italia è ancora a rischio di deviazione significativa sul percorso di riduzione del debito che nel 2020 resta al 136% e che non è stato ridotto significativamente», ha detto il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, ribadendo che la possibilità di una manovra correttiva in primavera non è da escludere del tutto. La minaccia costante dei falchi di Bruxelles ha indotto Gualtieri a sfatare il tabù dell'Iva, dopo essere stato stoppato durante la sessione di bilancio dal leader di Italia Viva Matteo Renzi. «Non abbiamo ancora definito il perimetro della riforma: stiamo ragionando, esistono varie ipotesi», ha detto il ministro nel corso di un convegno sottolineando che «una rimodulazione del nostro sistema dell'Iva potrebbe generare risorse aggiuntive per la riduzione del carico fiscale». Secondo quanto 'trapelato dal vertice di maggioranza, il progetto sarebbe accorpare le aliquote Irpef più basse aumentando l'Iva sui beni di lusso.

nto emerso Successivamente nel corso di un'audizione alla commissione di Vigilanza per l'anagrafe tributaria, il titolare del Tesoro si è spinto oltre: la riforma del catasto non è più solamente un'idea vaga. Secondo Gualtieri, anche in questo caso la riflessione deve essere ponderata, perché eventuali cambiamenti potrebbero avere un impatto notevole sulle tasche degli italiani. È quindi «auspicabile proseguire nel confronto con gli operatori, con i Comuni e con il Parlamento perché le scelte tecniche hanno comunque un riverbero politico», ha precisato. Il ministro ha ricordato che il gettito tributario dovuto alle imposte sugli immobili «ammonta a circa 41 miliardi su base annua, dati 2018, di cui la metà deriva dalle imposte locali di natura patrimoniale» e che il valore complessivo delle abitazioni, detenuto da persone fisiche, «è di 5.526 miliardi di euro». Insomma, Gualtieri è il primo a capire che una riforma degli estimi a invarianza di gettito è un ossimoro.