Le sardine  abboccano al Pd. E il movimento appena nato, già si spacca. Tra i vertici è calato il gelo. Complice l’inesperienza a sopravvivere alle correnti interne e al dissenso della base – di cui il Pd è invece grande esperto – e una mossa “egocentrica” del leader modenese, salito sul palco della convention dem. I fondatori delle sardine insorgono: «Ha fatto di testa sua. È incompatibile»…

Le sardine si spaccano: cala il gelo tra i leader di Modena e Bologna

Aria di editto bulgaro tra le sardine. All’interno del movimento fresco di ufficializzazione, esplode il primo dissapore interno. Una frattura che fa scricchiolare il consenso interno dei vertici  e lo stesso equilibrio tra giovani leader. L’epicentro del terremoto politico è tra Bologna e Modena, le piazze che hanno visto uscire allo scoperto i dissidenti ittici. Lo scossone arriva quando i leader modenesi intervengono alla convention elettorale del centrosinistra, organizzata in vista del voto regionale in calendario il prossimo 26 gennaio. Orologio indietro a due giorni fa, alla polisportiva Gino Pini va in scena la reunion di tutte le componenti politiche di sinistra, Pd compreso. Tutte le fazioni dem che alle ultime amministrative hanno sostenuto la candidatura del sindaco Gian Carlo Muzzarelli. Tra gli ospiti nel carnet, Stefano Bonaccini, che incontra. Saluta. Ascolta e, quando è il suo turno, parla. Tutto molto entrocentrico alla sinistra, Se non fosse che, a un certo punto, sul palco sale per un intervento anche Jamal Hussein, numero uno delle sardine modenesi.

Il terremoto dopo lo spot elettorale di Hussein a Stefano Bonaccini

capture 360 16022020 224847Un intervento che fa la differenza, il suo. Come scrive non a caso Il Giornale che alla attuale siotuazione di crisi delle sardine dedica un ampio servizio di apertura in esclusiva, «lo studente di Ingegneria. Marchigiano d’origine con genitori libanesi. S’è lasciato andare ad un accorato appello al voto per Stefano Bonaccini. Ha ricordato le 7000 persone scese in piazza sotto la pioggia»… E dopo l’Amarcord fresco fresco, ha invitato la platea (e oltre) «a far sentire la propria voce il 26 gennaio nell’urna». Insomma un endorsement in piena regola. Un vero e proprio spot propagandistico che non è andato giù ai quattro leade di Bologna. Anzi, quel boccone amaro da ingoiare, loro lo hanno trovato proprio indigesto. E così, riferisce sempre il quotidiano milanese diretto da Sallusti, «Mattia, Giulia, Roberto e Andrea si dissociano e scaricano i due colleghi modenesi. “Non siamo per niente contenti del fatto che abbia fatto di testa sua”, spiega al Giornale.it Santori. Hussein e gli esponenti bolognesi ne avevano parlato, ma dalla città delle due torri gli avevano detto “di andare come uditore. Ma assolutamente di non salire sul palco”».

 

Come si mettono le sardine con la natura a-partitica del Movimento?

E quell’assolutamente non solo conferma la rottura. Ma la sottolinea in rosso. A detta dei quattro leader bolognesi, infatti, con quello spot elettorale si è violato il primo dogma del Movimento: quello che, in nome del precetto secondo cui le sardine nascono spogliate di ogni convenzione politica e di qualunque orpello partitico. Non a caso, Il Giornale aggiunge riferendo quanto lamentato dalle sardine di Bologna: è del tutto «incompatibile un’esposizione così plateale rispetto alla caratteristica di un movimento spontaneo. Che promuove partecipazione e difende un concetto sacrosanto senza bisogno di bandiere politiche». Come si mettono ora con gli oltre 21 sit in organizzati in differenti città dello Stivale, da Taranto a Ferrara? semplice, come sostiene tra gli altri anche Il Giornale: « partiti però si stanno muovendo, nella speranza di trasformare in voti la forza delle piazze: prima l’indiscrezione che in Emilia il centrosinistra stia pensando di riservare un posto in lista ad un loro esponente; e adesso il leader modenese che esce allo scoperto. La patata è bollente».

La patata bollente scotta. E brucia pure Santori pizzicato con Veltroni

E mentre cuoce, Mattia Santori viene «pizzicato» a colloquio con Walter Veltroni, fondatore del Pd il 18 novembre scorso. Libero scrive, e rimanda a il Giornale che pubblica la foto “rubata”. E se ancora non bastasse, Stefano Bonaccini, impegnato nella campagna elettorale per le regionali del 26 gennaio contro la competitor leghista Lucia Borgonzoni, annuncia per il prossimo  7 dicembre che, sempre Santori, sarà con lui sul palco a Bologna. Dove si celebrerà l’avvio ufficiale della campagna Pd. Serve altro?

www.secoloditalia.it