Gli irregolari riceveranno l'iscrizione all'anagrafe senza diritto. E sarà più facile anche ottenere il passaporto italiano.  Più che un ministro dell'Interno Luciana Lamorgese sembra il Commissario della Restaurazione. Con la scusa di applicare le modifiche ai decreti sicurezza suggerite a suo tempo dal Quirinale punta a riportarci ai tempi dei governi Renzi e Gentiloni restituendo totale libertà d'azione alle Ong e a chi sbarca sulle nostre coste.   La cosiddetta «protezione speciale» e le norme per una più rapida concessione della cittadinanza sono, però i punti più controversi del ritorno al passato contenuto nel piano presentato ieri al Consiglio dei Ministri. Anche perché sono totalmente estranei alle eccezioni espresse a suo tempo dal Capo dello Stato.

 

1. Protezione speciale

 Cambia il nome, ma non la sostanza. Dietro la «protezione speciale» proposta dal ministro Lamorgese si nasconde il ritorno a quell'istituto della «protezione umanitaria», sconosciuto nel resto d'Europa che consentiva di regolarizzare i migranti anche in assenza delle condizioni previste dalla Convenzione di Ginevra. L'istituto giuridico, assai caro alle organizzazioni umanitarie, nel 2018, ultimo anno di vigenza prima dell'abolizione voluta da Salvini, garantì 31.995 regolarizzazioni ovvero la grande maggioranza (67%) fra quanti si videro riconosciuta una forma di protezione. Solo il 15 % (7.315 casi) ottenne lo status di rifugiato e il 18% (8570 casi) la protezione sussidiaria. La nuova protezione speciale, voluta dalla Lamorgese si applicherà a casi di disagio psichico, vittime di tratta, grave vulnerabilità, nuclei familiari. Insomma tornerà a garantire l'accoglienza a chiunque sbarchi.

2. Cittadinanza

La modifica, non richiesta da Mattarella, è un contentino a tutta quella sinistra delusa per la mancata approvazione dello «ius soli» e dello «ius culturae». Reintroduce le vecchie norme basate sul silenzio assenso che imponevano di concedere la cittadinanza 24 mesi dopo l'espletazione degli adempimenti formali in assenza di espressa contrarietà da parte dell'autorità statale.

3. Sanzioni alle Ong

Il Quirinale sottolineò a suo tempo come l'imposizione di multe fino a un milione di euro alle navi delle Ong sorprese a violare le acque territoriali italiane fosse sproporzionata. In verità il governo spagnolo del socialista Pedro Sanchez ha approvato norme che prevedono sanzioni non molto diverse per arginare i salvataggi di migranti. Grazie alla Lamorgese l'Italia tornerà ad applicare multe dai 10mila ai 50mila euro. Un deterrente assolutamente inadeguato se rapportato agli ingenti costi di navigazione sostenuti dalle Ong.

da articolo di  per ilgiornale,it