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La sinistra si indigna sui rubli che ha incassato per 50 anni
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È infatti in corso un'operazione di confusione storica che consiste nel dire: e allora? Non è forse ciò che è sempre successo? Non è vero che il Pcus riempiva ogni anno la valigetta dell'emissario di Botteghe Oscure con quei milioni di dollari, poi portati alla banca Ior del Vaticano per essere controllati da agenti del Tesoro americano e convertiti in lire sui conti del Pci?
Sì, in apparenza è vero, ma si tratta di tutt'altra storia come sa chiunque abbia letto L'Oro da Mosca di Valerio Riva. Era una grande storia, una oscura storia (ma neanche tanto: lo sapevano tutti) ma era assolutamente un'altra storia. Si trattava infatti del finanziamento «fraterno» del Partito comunista sovietico al Partito comunista italiano e persino al piccolo e potentissimo Partito comunista americano. Lo scopo di tanta fraternità, anche a quei tempi (1945 fino agli anni Novanta) era quello di acquisire un vantaggio strategico in Europa secondo la dottrina di Yuri Andropov, sponsor e «creatore» di Michail Gorbaciov. Per poter arrivare a una egemonia sull'Europa occidentale (oggi Unione Europea) di cui la Russia comunista come la Russia di oggi aveva bisogno per tecnologia e ricerca. Gorbaciov secondo questa linea chiuse l'azienda sovietica per bancarotta, sganciando gli Stati «satelliti» dell'Est (oggi gruppo di Visegràd) per farne adottare i costi all'Europa.
Oggi la Russia conta sempre sull'indebolimento politico dell'Europa comunitaria in maniera parallela al gioco di Donald Trump che conta di trascinarsi il Regno Unito come 51simo Stato e far crollare l'Europa Unita dalle sue fondamenta franco-tedesche. Questo è il motivo geo-politico per cui grillini e leghisti si sono trovati di fronte alla disponibilità di due sontuosi forni presso cui servirsi, uno alla Casa Bianca e uno al Cremlino. In gioco poi ci si è messa anche la Cina con una politica aggressiva e supertecnologica, nota anche come «Via della Seta». In questo quadro si inserisce il film che si sta proiettando a spezzoni da un più di un anno e che da pochi giorni è diventato un colossal come Via col vento: quello di imponenti finanziamenti russi alla Lega di Salvini, attraverso una corsia riservata di politica estera ed economica che prevede una sintonia sui temi fondamentali: cancellazione delle sanzioni alla Russia con implicito bonus per quanto avvenuto in Crimea, Ucraina e Georgia. Al punto due sta una iniezione di sovranismo molto spregiudicato che dovrebbe spezzettare l'Europa comunitaria alimentando una destra non liberale, anzi nemica del liberalismo e incline all'autoritarismo democratico, in tutti i Paesi che si riconoscono in un rapporto speciale con la Federazione russa. Per ottenere questo obiettivo certamente la Russia è disposta a pagare e come è noto oggi i pagamenti non si fanno più con una valigetta portata dal corriere. Oggi i pagamenti si possono fare in sconti petroliferi, commesse, transazioni, esiste una grandiosa sezione della nuova economia del finanziamento occulto, per cui ogni finanziati può ben dire, con una certa faccia di bronzo ma senza tecnicamente mentire «Io non ho mai preso un euro, né un rublo, né un dollaro».
Ovviamente qui si apre il capitolo degli accertamenti tecnici su ciò che realmente accadde nella hall dell'Hotel Metropol, che cosa si diceva davvero nel chiacchiericcio in parte confuso e in parte chiarissimo fra Gianluca Savoini (descritto un po' come Rasputin e un po' come Richelieu) e i suoi interlocutori russi. Secondo BuzzFeed news è tutto vero e il fatto che l'informazione provenga da un media americano ha alimentato l'ipotesi secondo cui l'America tirerebbe un siluro a Salvini per indebolire l'egemonia russa in Italia che, detta così, sembra un'ipotesi priva di fondamento.
Ma, come è d'obbligo dire, tutto può essere e tutto deve essere controllato e sottoposto al siero della verità che sta nella logica dello scontro in Europa.
di Paolo Guzzanti per www.ilgiornale.it