capture 651 06032020 152151L'ultima uscita di Andrea Agnelli è agghiacciante. Il presidente della Juventus si è infatti lanciato in una provocazione bella e buona: "Ho grande rispetto per l'Atalanta, ma senza storia internazionale e con una grande prestazione sportiva ha avuto accesso diretto alla massima competizione europea per club. È giusto o no?". Non è giusto, è sacrosanto. Almeno fino a quando lo sport conterà più di tutto il resto. Perché la Dea è una di quelle storie che fanno bene a tutto il movimento calcistico: è la storia di un club che ha costruito una grande squadra con pochi soldi, tanta competenza e la fede incrollabile in un progetto tecnico guidato da Gian Piero Gasperini. Negli ultimi anni l'Atalanta ha raccolto il frutto di quanto seminato ed è giusto che sia in Champions League dove, tra l'altro, all'esordio assoluto è ad un passo dall'ingresso tra le prime otto squadre d'Europa (mentre la Juve ha perso l'andata contro il modestissimo Lione per 1-0...). E in Champions ci giocherà ancora, dato che è attualmente al quarto posto e difficilmente verrà superata da qui alla fine del campionato. 

 

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