capture 010 09032020 112042Uno scenario da "guerra batteriologica". Così fonti anonime degli ospedali lombardi, tra Bergamo e Cremona, si sfogano con il Fatto quotidiano, descrivendo la situazione nelle corsie della nuova "zona 1" lombarda, l'area a maggior rischio contagio da coronavirus. I posti letto in terapia intensiva e rianimazione scarseggiano, l'infezione cresce in maniera esponenziale. Il clima è quello "da collasso", e il timore è di essere obbligati tra qualche giorno a scegliere "chi intubare tra un 60enne e un 40enne che stanno morendo entrambi". La denuncia è chiara: "È una follia che accada perché non si ha l' attrezzatura per salvare la vita ai pazienti. 

Gli apparecchi per la ventilazione artificiale non sono sufficienti - racconta un operatore al Fatto -, se in reparto arrivano tre casi difficili e c'è un solo ventilatore si deve decidere chi salvare e in genere si sceglie il più giovane o quello che ha le maggiori possibilità di sopravvivere". A 18 giorni dalla scoperta del "paziente 1" a Codogno, denunciano, mancano ancora 400 tra anestesisti e rianimatori. Le parole chiave che girano al di fuori dei circuiti ufficiali sono "disastrosa calamità sanitaria" e "catastrofe" oltre "qualsiasi previsione e immaginazione".

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