capture 037 10032020 140433Il Forlanini è tornato alla ribalta con il coronavirus. E con la positività del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, segretario del Pd. Numeropse forze politiche hanno chiesto la immediata riapertura del Forlanini, che negli anni Trenta era la più grande struttura ospedaliera d’Europa. Ma la sinistra lo ha chiuso insieme con altri ospedali, come ben sappiamo. Anche il Forlanini, come il San Camillo, come lo Spallanzani, furono costruiti dal fascismo, dal 1929 al 1934. Lo Spallanzani, in particolare, fu fortemente voluto dallo stesso Mussolini.

Il Forlanini fu voluto fortemente da Mussolini

La tubercolosi prima era considerata una malattia gravissima e pressoché incurabile, perché non esistevano gli antibiotici. Erano necessari pertanto sanatori per tenervi i malati e isolarli affinché non contagiassero gli altri. L’idea di un sanatorio per privincia venne al professor Eugenio Morelli, e nel 1928 la Confederazione fascista degli industriali stanziò tre milioni di lire per la costruzione di un istituto scientifico per lo studio e la cura della tubercolosi. La prima pietra del Forlanini fu posta nel 1930, e si chiamava “Sanatorio Benito Mussolini”. All’epoca c’erano 50 sanatori per la tubercolosi in tutta Italia.

 

Fratelli d’Italia chiede la riapertura del Forlanini

“La proposta forte e prioritaria deve essere quella del Forlanini: grande errore chiuderlo e questa dovrebbe essere la grande opportunità di riaprirlo come un centro di eccellenza per le malattie infettive”. E’ quanto sostiene il consigliere di Fdi alla Regione Lazio, Massimiliano Maselli. “Ricordo che il Forlanini nasce anche dal punto di vista strutturale come nosocomio per le malattie infettive, la tubercolosi. Inoltre è vicinissimo allo Spallanzani che anche dal punto di vista logistico sarebbe molto importante. Infine – osserva l’esponente di Fratelli d’Italia – il San Camillo che è praticamente attaccato potrebbe fornire tutte le eventuali specializzazioni necessarie”.

Si associa anche la Lega: riaprire l’ospedale

D’accordo anche il deputato della Lega Claudio Durigon, coordinatore di Roma e provincia del partito, e il dirigente del Carroccio Stefano De Lillo. ”Si utilizzino i padiglioni dell’ospedale Forlanini, in prossimità dello Spallanzani e del San Camillo, per l’emergenza coronavirus e la terapia intensiva. La chiusura definitiva del nosocomio, la più importante struttura italiana per la cura delle malattie respiratorie, è avvenuta nel 2015, il che dimostra ancora una volta quanto sia stata miope la gestione sanitaria di questi anni di Nicola Zingaretti e quanto ci sia bisogno oggi di più eccellenze per affrontare le emergenze. Non bisogna mai abbassare la guardia: sì agli investimenti sulle specificità e sulla ricerca. Per la Lega non saranno mai un debito”.

Zingaretti faccia una mossa di buonsenso

Anche il consigliere della Lega alla regione Lazio Laura Corrotti interviene. ”L’Italia è il terzo Paese al mondo per numero di infetti da Coronavirus e la Regione Lazio ha preventivato, in caso di emergenza, appena 590 posti letto in terapia intensiva a fronte di un totale di quasi sei milioni di abitanti laziali. Un rapporto di un letto ogni diecimila abitanti che preoccupa non poco i cittadini. Per questo, chiediamo al presidente Zingaretti di valutare la possibilità di riabilitare i padiglioni dell’Ospedale Forlanini nelle vicinanze dello Spallanzani. Un appello al buonsenso di chi nel 2015 ha deciso di chiudere questa struttura e che oggi potrebbe tornare utile per far fronte ad una eventuale emergenza sul nostro territorio”.

di Antonio Pannullo per www.secoloditalia.it