capture 082 12032020 151811Un medicinale nato per l'artrite reumatoide riduce l'infiammazione provocata dal virus. L'Aifa valuta se organizzare uno studio in più centri italiani

C’è un farmaco che sembra capace di ridurre la reazione infiammatoria provocata dalla polmonite da coronavirus. Mancano degli studi clinici, ci si basa su singoli casi cinesi e adesso anche qualche caso italiano, però la notizia dà una piccola speranza, almeno per i casi gravi. Tanto più che l’Aifa, agenzia italiana del farmaco, ha appena deciso di occuparsi del tocilizumab, un anticorpo monoclonale, cioè un medicinale biologico, nato per una malattia autoimmune, l’artrite reumatoide. L’Agenzia nel giro di qualche giorno indicherà se e come usarlo off-label, cioè per un problema al momento non inserito nelle sue indicazioni.
Il farmaco, prodotto dalla Roche, è stato utilizzato in Cina. Non ci sono studi decisivi sui risultati ottenuti ma è stato riferito da alcuni medici di quel Paese che ha funzionato su una ventina di pazienti. Ora che l’epidemia è scoppiata anche in Italia, alcuni centri hanno deciso di provare la stessa strada per malati in condizioni gravi. Le strutture sono Milano, Bergamo e Fano, ha rivelato Paolo Ascierto, oncologo del Pascale di Napoli che a sua volta ha in trattamento 6 pazienti. Su 2 ci sono già buoni risultati mentre gli altri hanno iniziato da troppo poco la terapia per conoscerne l’esito.


Ascierto dice che “in 24 ore la terapia ha evidenziato ottimi risultati e domani (oggi, ndr) sarà estubato uno dei due malati perché le sue condizioni sono migliorate”. Il medico chiede di avviare subito un protocollo nazionale sul prodotto contro l’artrite. “Ci siamo scambiati informazioni con colleghi cinesi — spiega Ascierto — Questo farmaco è un anti interluchina 6, cioè contrasta una citochina coinvolta nel processo infiammatorio cronico che avviene nel polmone anche nel caso della polmonite da coronavirus”. Il medicinale dunque non agisce contro il Covid-19 su sui sintomi più gravi.

Il modo giusto di procedere lo indicherà adesso l’Aifa, che appunto dovrebbe esprimersi in questi giorni. Probabilmente si proverà ad organizzare uno studio di più centri italiani, per evitare che gli ospedali si muovano in ordine sparso e per avere un controllo scientifico sui risultati. In questo modo, tra l’altro, il tocilizumab potrebbe essere rimborsato dal sistema sanitario nazionale alle Regioni anche se viene utilizzato al di fuori delle sue indicazioni.
di MICHELE BOCCI per www-repubblica-it.cdn.ampproject.org