capture 133 14032020 170121Roma, 2 mar – Un’umiliazione senza precedenti. Così Toni Capuozzo, celebre inviato di guerra, ha fotografato in un’intervista alla Verità la gestione dell’emergenza coronavirus da parte del governo giallofucsia: «Premetto che non voto da molti anni. Non seguo. Però temo che questo sia un governo del tutto inadatto a gestire la situazione. Messo in piedi soltanto per evitare le elezioni, gli è capitato tra capo e collo la sfortuna di dover affrontare il virus». Ma, secondo Capuozzo, non si tratta solo di malasorte: «Giuseppe Conte non può certo dare la colpa solo al destino cinico e baro. C’è dell’altro». Il premier, infatti, ha commesso un errore molto grave, e cioè «quello di pensare, all’inizio, che il nemico non fosse il virus, ma il razzismo contro i cinesi. Per carità, qualche episodio c’è stato. Ma quelli che parlano di razzismo non conoscono il significato della parola».

 

Un governo inadeguato

Insomma, Toni Capuozzo ha le idee molto chiare sulle responsabilità del governo: «È stata un’incredibile sottovalutazione del problema – incalza il giornalista – E pensare che avevamo tutto il tempo per organizzarci, anziché insistere sul fantasma razzista». Il motivo di questa sottovalutazione? «Credo si tratti di pigrizia culturale. È un governo che vive in funzione anti Salvini: insistere sul razzismo consente di dirigere l’attenzione sulla questione dei migranti. Il risultato è che oggi abbiamo i porti aperti e gli aeroporti chiusi». Eppure il governo avrebbe potuto fare molto, e cioè «mettere in piedi un piano. Avviare la macchina dell’emergenza, stabilire una linea di comunicazione, consultare gli esperti scientifici, costruire un protocollo di intervento. Invece hanno dato l’impressione di non sapere come muoversi. La cosa peggiore».

Toni Capuozzo punta il dito contro Conte

Ma nella corte dei miracoli del governo giallofucsia, il responsabile principale di questo sfacelo è esattamente Giuseppe Conte, che Toni Capuozzo non esita a definire un «domatore di pulci», nel senso che «insegna alle pulci a saltare perché non ha l’autorità per tenere a bada un elefante o un leone. Insomma, una figura tragicomica», che ha inflitto all’Italia una cocente «umiliazione. Siamo diventati, in effetti, la Cina d’Europa. Anzi, persino i cinesi hanno posto limitazioni a chi arriva dall’Italia. Rendiamoci conto».

La figuraccia dell’Italia

Il discorso, a questo punto, si allarga: «Quando l’Economist diceva che Silvio Berlusconi era inadatto a governare, quando Matteo Salvini faceva una sparata, tutti a rimarcare il colpo di immagine. Adesso, invece, noto che molti commentatori fanno finta di nulla» Di più: «L’Italia non è così malvista all’estero dai tempi dell’assassinio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, quando passammo per un Paese di stampo messicano. Certo, i due fatti non sono paragonabili, anche perché qui ci sono più responsabilità politiche». In ogni caso però, vista la sua inadeguatezza, Conte dovrebbe lasciare: «Almeno offrire le dimissioni», specifica Capuozzo. «Poi chi è chiamato ad accettarle prenderà le sue decisioni».

di Vittoria Fiore per www.ilprimatonazionale.it