capture 345 23032020 193532Il governatore: "Non servono a fermare i contagi, il merito è delle misure di distanziamento sociale"

  Genova. “Ci sono due feticci di questa emergenza, uno sono le mascherine, l’altro è il tampone“. Con queste parole, in sintesi, il governatore Giovanni Toti risponde a chi gli chiede perché la Liguria non segua la scia del Veneto, dove il presidente Zaia ha annunciato tamponi a tappeto sulla popolazione, e nemmeno le recenti raccomandazioni dell’Oms, che ha invitato a eseguire il maggior numero di test possibili.

“Capisco che sia più facile individuare nei tamponi di massa e nelle mascherine delle cose alle quali si può aggrappare un sentimento di speranza, che però non può essere riposta in questi strumenti – ribadisce Toti -. Inizialmente i tamponi sono stati fatti a tappeto anche in Liguria per tracciare alcuni focolai di epidemia. Il calo dei contagi in zone come Wuhan non è dovuto ai tamponi, ma al fatto che la gente sia rimasta tappata in casa, come dovrebbe avvenire anche a Genova e in Liguria. In quelle zone c’erano misure di distanza sociale molto elevate”.

 

 

Toti ha confermato che in Liguria i tamponi sono e saranno eseguiti solo su pazienti sintomatici e sul personale sanitario considerato a rischio. “Incrementare il numero dei tamponi oggi può essere utile, e continueremo a farne sempre più per quanto possibile, semplicemente per conoscere l’andamento della curva e sapere quanti sono i portatori sani e i contagiati con pochi sintomi su un insieme omogeneo di pazienti”, ha concluso.

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