capture 439 27032020 155007“Di mascherine ce ne consegnano una a testa, per tutto il turno. Quando arrivi in ospedale trovi quelle di tipo FFP2 dentro una busta, una per ogni operatore presente. La indossi e poi non puoi più cambiarla”. E siete tra i fortunati, alla maggior parte ne danno una a settimana.

A parlare è un’infermiera che cura i paziente ricoverati in terapia intensiva per il coronavirus al Policlinico Tor Vergata di Roma, una struttura ora interamente in un Polo Covid nel Lazio.

E quello che proprio non le va giù è la retorica di chi ne esalta il coraggio dei sanitari senza poi fornirli dei materiali adeguati a combattere l’epidemia: “Lo dico anche al premier Conte. Mi considera un eroe? Allora mi dia le armi per combattere questa battaglia”.

“Non possono mandarci con i sassi contro i carri armati. Qui è il caos. Se vogliamo fermare il virus, devono fornirci protocolli chiari, farci formazione, aggiornare le disposizioni ormai superare e garantire mascherine in maggiore quantità”.

 

Perché è così. E’ inutile vietare alla gente di uscire di casa. Il virus si diffonde attraverso gli ospedali per i mezzi inadeguati forniti al personale sanitario. Che poi esce, e dà il via al contagio. Contagio che passa anche attraverso pazienti per altre patologie – che non finiscono mica perché c’è il coronavirus – e si infettano negli ospedali.

Non di passeggio moriremo. Ma dell’idiozia di chi sapeva tutto dal 3 gennaio e non ha fatto un cazzo.

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