capture 503 30032020 103908Lo ha detto il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci: "I controlli predisposti dal Governo nazionale sono pochi". E intanto ci sono altri tre casi di Coronavirus in Sicilia

Senza giri di parole, il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci è un fiume in piena e va dritto al'attacco. Nel mirino, ancora una volta, il Governo nazionale, reo a dire del governatore siciliano di non effettuare alcun controllo (o pochi controlli) dei turisti in arrivo in Sicilia. "Ecco perché qualche giorno fa avevo detto ai turisti di rinviare il loro arrivo in Sicilia - spiega Musumeci - Qui lo Stato non esercita alcuna vigilanza quando arrivano i passeggeri nei porti e negli aeroporti. I controlli negli aeroporti siciliani sono solo per i viaggiatori che arrivano da Roma o dai Paesi extra-Schengen: un cittadino che arriva dalla zona gialla non è controllato. Il mio invito è alla prudenza. Se potete, evitate di arrivare in Sicilia. Lo ha detto anche Zingaretti, ma nessuno si scandalizza. Lo dico io e diventa un problema. Il fatto è grave e la responsabilità è del Governo nazionale".

Musumeci ribatte le sue convinzioni nel corso della trasmissione televisiva "Quarta Repubblica". E ha fatto anche ilp unto sull'approdo della Sea Watch la scorsa settimana a Messina: "Penso tutto il peggio possibile di un Governo che non ha avvertito la sensibilità di proteggere nè i migranti nè la comunità siciliana - dice Musumeci - L'approdo della nave è avvenuto poche ore dopo l'esplosione del primo contagio in Sicilia, in un albergo di Palermo: un momento di sbigottimento, preoccupazione e ansia per un popolo che da anni continua a seguire il calvario dei migranti, che riceve i vivi e i morti dei barconi. Il tutto di fronte all'indifferenza delle comunità europee e al finto buonismo delle autorità italiane".

 

Ma è la questione sicurezza e controlli che in questo momento preoccupa il governo regionale: "Nei rapporti con lo Stato permane un punto di divergenza che siamo certi potrà essere colmato e riguarda il presidio degli aeroporti - dice l'assessore regionale siciliano alla salute Ruggero Razza - Oggi abbiamo appreso che esisterebbe una direttiva nazionale che dà indicazione di controllare soltanto i voli di provenienza da Roma. Questa decisione non la condividiamo: il presidente lo ha fatto presente al ministro della Salute ed è contraddittoria anche rispetto a quello che hanno fatto i volontari in chiesto giorni negli aeroporti siciliani. Chiediamo al governo nazionale una direttiva specifica".

Intanto in Sicilia ci sarebbero altri tre casi sospetti di Coronavirus, due a Catania e uno a Palermo. I tamponi risultati positivi, sono stati inviati a Roma per nuovi esami. I tre nuovi casi si aggiungono ai sette, uno dei quali nel ragusano, comunicati dal dipartimento di Protezione civile nazionale. "Ma non ci sono ragioni di ulteriore preoccupazione - ha sottolineato Razza - perché in Sicilia non si registra alcun focolaio di contagio autonomo del coronavirus. Tutte le persone fino a ora risultate positive al tampone, infatti, sono soggetti che in qualche modo avuto modo un contatto con il ceppo riconducibile alle zone di focolaio del Nord Italia. Nel frattempo, due dei contagiati sono già guariti. Da quando è scoppiata la psicosi per il coronavirus è nettamente diminuito l'accesso dei siciliani nei pronto soccorso degli ospedali della Regione. Parliamo del 30 per cento, questo vuol dire che quando si parla di accessi inappropriati si dice il vero".

di Giorgio Vaiana per www.ilgiornale.it