capture 171 22042020 213109La ribellione contro il lockdown viaggia anche in chiesa. Siamo a Gallignano, frazione di Soncino, provincia di Cremona. La chiesa è quella di San Pietro Apostolo dove la messa della domenica è iniziata puntuale, a celebrarla Don Lino. Ad assistere, una quindicina di fedeli: troppi, secondo le leggi in vigore contro l'emergenza coronavirus. E appena il parroco ha preso parola, ecco fare capolino in chiesa due carabinieri. Uno dei quali, rivela il Corriere della Sera, è andato dritto verso l'altare cercando di interrompere la funzione. Ma Don Lino  ha proseguito. E ha sbottato: "Scusate, io sto celebrando la messa – dice ai carabinieri, come si sente in un video registrato da un fedele e pubblicato in rete –, rispondo dopo, ora non sono disponibile".

La funzione, che era ormai ormai quasi terminata è proseguita fino al termine. Risultato? Il prete e i fedeli dovrebbero ricevere la multa da pagare. E il parroco, Don Lino Viola, è stato interpellato dal Corriere: "Sono offeso nella mia dignità. Ho ottant’anni, celebro da più di cinquanta e non sono mai stato trattato così: già durante l’omelia ho visto i carabinieri entrare, mi hanno interrotto al momento della consacrazione senza alcun rispetto. Il decreto ministeriale non proibisce le celebrazioni, basta che non ci sia affollamento. Eravamo in quattordici, distanziati, con mascherine e guanti: otto tra cantori, lettori e collaboratori e sei fedeli: due famiglie e un’altra signora, tutti che hanno avuto dei lutti nei giorni scorsi. Celebravo la messa anche in ricordo dei loro cari. L’ho fatto anche a Pasqua...", si  sfogato.

 

E ancora: "Se arrivasse la multa? La parrocchia la pagherà, anche se non ho violato alcuna regola. I modi sono stati sbagliati: i carabinieri avrebbero dovuto lasciarmi finire la funzione e poi ne avremmo parlato. Invece mi hanno fatto chiamare persino dalla domestica. Stiamo dando i numeri. Come si permettono? La mia Chiesa è aperta tutti i giorni. Sono nel giusto, e domenica prossima tornerò a celebrare", ha concluso don Lino.

www.liberoquotidiano.it