Nota dell’editore: questo articolo è stato aggiornato il 16 Marzo. L’articolo era stato pubblicato originariamente il 6 marzo.

Se il coronavirus che si sta diffondendo rapidamente in tutto il mondo seguirà l’andamento dell’influenza stagionale e diminuirà con l’arrivo della primavera è decisamente incerto, e molti scienziati affermano che sia troppo presto per sapere come questo pericoloso virus si comporterà con il bel tempo. 

Decine di virus appartengono al ceppo del coronavirus, ma solo sette contagiano gli umani. Quattro causano lievi raffreddori, mentre altri sono più nuovi, mortali, e si pensa siano trasmessi da animali come pipistrelli e cammelli. I funzionari della sanità hanno denominato questo nuovo virus SARS-CoV-2 e la malattia di cui è causa COVID-19.

La prospettiva che l’estate potrebbe scongiurare la pandemia è allettante. All’inizio di questo mese, il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump in un tweet  in merito all’impegno della Cina per contenere il virus ha detto che avranno successo, “specialmente non appena le temperature cominceranno ad aumentare”.

I virus che causano l’influenza o i coronavirus che causano lievi raffreddori tendono a diminuire nei mesi più caldi perché questi tipi di virus hanno quello che gli scienziati chiamano un “carattere stagionale”, quindi i commenti del Presidente hanno qualche fondamento scientifico. Ma non è assolutamente certo che SARS-CoV-2 si comporterà nello stesso modo. Chi sta attualmente studiando la malattia dice che è troppo presto per prevedere come reagirà il virus al cambio di stagione.

“Io spero che sia un virus stagionale, ma è difficile dirlo ancora,” afferma Stuart Weston, ricercatore post-dottorato presso la School of Medicine dell’Università del Maryland, dove il virus è in fase di studio. 

 

Nei due mesi successivi alla sua scoperta in Cina, il nuovo coronavirus si è espanso in tutto il globo. Sono stati riportati focolai in oltre 50 Paesi con 153.500 casi confermati e oltre 5.700 decessi a livello mondiale. In Italia si contano oltre oltre 24.700 contagi e 1809 morti: un contagio che ha portato Giuseppe Conte a estendere il decreto 8 marzo all'intero territorio nazionale. E dal 12 Marzo al 25 Marzo saranno chiusi bar e ristoranti (con la possibilità di effettuare servizio a domicilio se ci sono le necessarie condizioni igieniche), mercati su strada, centri commerciali, centri estetici, parrucchieri. Sospese le mense dove non è possibile tenere la distanza di un metro l’uno dall’altro. Rimarranno aperti i supermercati, le farmacie, i tabaccai e le edicole.

L'Organizzazione mondiale della sanità ha definito ufficialmente il Coronavirus una pandemia.

In generale, cosa sappiamo sui virus? 

Semplificando molto, i virus dell’influenza e i coronavirus sono sostanzialmente un insieme di proteine e lipidi. Passano da persona a persona attraverso il contatto fisico, ma possono essere presenti anche sulle superfici o nelle goccioline respiratorie delle persone infette. 

Una volta fuori dal corpo umano, il virus è soggetto a forze esterne che ne causano il deterioramento. L’alcool contenuto nel disinfettante per le mani, ad esempio, disgrega queste proteine e lipidi, rendendo il virus meno stabile e quindi riducendo le probabilità che provochi un’infezione.

La ricerca sul perché alcuni virus siano stagionali è stata in gran parte incentrata sui virus che causano l'influenza, una malattia a lungo associata ai mesi invernali. La "stagione influenzale" generalmente va da ottobre a marzo o aprile. Gli scienziati hanno una serie di teorie sul perché sia così. 

Alcuni suggeriscono una questione di “stretto contatto”: per sfuggire al clima rigido, le persone passano più tempo al chiuso, dove la trasmissione da uomo a uomo diventa più facile. Per capire perché le latitudini settentrionali vedono un incremento nei casi di influenza durante l’inverno, i ricercatori hanno esaminato come il virus si diffonde a diversi livelli di temperatura e umidità. 

Inoltre ricerche relativamente recenti suggeriscono che l’aria secca e fredda potrebbe aiutare i virus a rimanere inalterati nell’aria o a viaggiare più lontano, trasportati dall’aria.  Uno dei primi studi a testare l’influenza delle condizioni ambientali sulla trasmissione virale fu pubblicato nel 2007, ed esaminava la diffusione dell’influenza tra le cavie infette in un laboratorio.

Le alte temperature e in particolare l’alto tasso di umidità rallentavano la diffusione dell’influenza, e a un livello di umidità molto alto, il virus smetteva completamente di diffondersi. L’aria più calda trattiene più umidità, che impedisce ai virus trasportati dall’aria di spostarsi su lunghe distanze, come invece fanno quando si muovono nell’aria secca. In condizioni di umidità, le piccole goccioline liquide emesse con colpi di tosse o starnuti raccolgono più umidità quando vengono espulse. Alla fine, troppo pesanti per rimanere sospese in aria, cadono al suolo. 

Studi condotti fuori dai laboratori mostrano risultati simili, nonostante alcune regioni tropicali registrino più casi di influenza durante la stagione delle piogge, quando appunto le persone stanno di più al chiuso. Gli scienziati ipotizzano che la bassa umidità, che spesso si verifica in inverno, potrebbe compromettere la funzione del muco del naso, che il nostro corpo usa per catturare ed espellere corpi estranei come virus e batteri.

L’aria fredda e secca può rendere il muco, normalmente appiccicoso, più secco e meno efficiente nell’intrappolare i virus. Ian Lipkin, direttore del Center for Infection and Immunity della Columbia University, ha studiato il nuovo coronavirus. Dice che anche la luce solare, che è meno abbondante in inverno, può aiutare ad abbattere i virus che sono stati trasmessi alle superfici. 

“La luce UV rompe l’acido nucleico. Svolge un’azione quasi sterilizzante [delle superfici]. All’esterno è generalmente più pulito che all’interno di luoghi chiusi, semplicemente per l’effetto della luce UV”, dice.

La luce UV è così efficace nell'uccidere batteri e virus che viene spesso utilizzata negli ospedali per sterilizzare le attrezzature. 

Cosa ci suggerisce questo sul coronavirus?

Sebbene il coronavirus e l’influenza siano entrambe infezioni respiratorie, non conosciamo abbastanza il SARS-CoV-2 per prevedere se seguirà gli stessi schemi stagionali. 

Per comprendere meglio questa epidemia, gli scienziati guardano a epidemie simili come quella della SARS e della MERS. La SARS, che iniziò la sua diffusione verso la fine del 2002, condivide quasi il 90% del suo DNA con il virus attuale. L’epidemia della SARS iniziò a novembre e durò fino a luglio, il che suggerisce stagionalità, afferma Weston, e il contenimento può essere stato il risultato di un intervento tempestivo. Quindi, se n’è andato con il clima caldo, o semplicemente le cure e gli sforzi di prevenzione hanno funzionato?

La MERS scoppiò nel settembre 2012 in Arabia Saudita, dove le temperature sono generalmente elevate. A differenza della SARS, non fu mai contenuta completamente, e ancora oggi occasionalmente vengono riportati nuovi casi. Anche il nuovo coronavirus ha iniziato a circolare localmente nel Medio Oriente, precisamente in Iran e negli Emirati Arabi Uniti. 

“Non riscontriamo evidenti prove di stagionalità nella MERS,” afferma Weston. Ma se SARS e MERS siano davvero stagionali, o se questo virus imiterà la SARS non è chiaro. Weston afferma che il suo laboratorio si sta concentrando sullo sviluppo di cure e vaccini contro il virus, che, avverte, probabilmente non saranno disponibili per almeno uno, se non diversi anni.

Cosa ci aspetta? 

Marc Lipsitch, epidemiologo di Harvard, pensa che nessun cambiamento climatico influenzerà più di tanto il diffondersi del virus. Il COVID-19 è ormai stato rilevato in tutto il mondo. Se il virus fosse simile a un tipico virus influenzale, potrebbe peggiorare nelle regioni dell’emisfero australe, con il cambio delle stagioni. 

David Heymann della London School of Hygiene and Tropical Medicine afferma che non si conosce abbastanza su questo nuovo virus per prevedere come cambierà con condizioni climatiche diverse.

“Il rischio di fare previsioni senza una base di conoscenze comprovate, è che queste, se si dimostrano errate, potrebbero essere prese come veritiere e fornire delle false sicurezze,” afferma Heymann via e-mail.

UNA MALATTIA RARA ED ESTREMAMENTE PERICOLOSA

“Per ora dovremmo continuare a concentrarci sul contenimento e l’eliminazione, dove possibile” avverte. Secondo i Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDC – “Centers for Disease Control and Prevention”), le persone sono più contagiose quando mostrano i sintomi.

Tuttavia, alcuni esperti sospettano che i conteggi ufficiali potrebbero sottostimare il numero di persone infette, affermando che non tutte le persone infette sviluppano la malattia a livello grave. “Stiamo vedendo solo i casi più gravi,” dice Weston. “Ci potrebbero essere delle infezioni in corso che non vengono rilevate.” 

Molti esperti sostengono che SARS-CoV-2 diventerà probabilmente endemico, unendosi agli altri quattro coronavirus esistenti che causano raffreddori lievi o diventando un malanno di stagione come l'influenza. 

Per prevenire la contrazione di una malattia da qualsiasi virus, l'Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di lavarsi frequentemente le mani, evitare il contatto ravvicinato con coloro che mostrano sintomi come tosse o starnuti, e cercare cure in caso di malattia. 

di Da Sarah Gibbens per www-nationalgeographic-it.cdn.ampproject.org